Lunedi il Dipartimento di Stato Usa ha rotto gli indugi su un’azione di cui si parlava da tempo: il corpo dei Pasdaran, l’esercito speciale dell’Iran, è stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche straniere. Un’azione estrema, perché in 40 anni di ostilità tra Teheran e Washington, nessun presidente si era sognato di proclamare terrorista l’esercito della nazione mediorientale, anche se essa non è allineata alle politiche americane nella regione dalla fuga dello Scià nel 1979.
A Teheran, la contromossa, era pronta da tempo; a distanza di pochi minuti dalla dichiarazione, tutte le forze militari statunitensi sono state dichiarate “organizzazioni terroristiche” ad opera del Consiglio Supremo dell’Iran per la Sicurezza nazionale.
La tempistica scelta dagli americani, per la dichiarazione, non è stata casuale e nemmeno carina; la dichiarazione contro il corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (Pasdaran), creato ai tempi di Khomeini per organizzare la resistenza popolare contro l’aggressione di Saddam, è giunta proprio nell’anniversario della nascita del nipote di Maometto, l’Imam Hussein, giorno in cui in Iran si festeggia il corpo dei Pasdaran.
La risposta dell’Iran
L’Iran ha risposto proclamando “terroristi alla pari dell’Isis” tutti i militari Usa in Asia occidentale, sotto il comando del Centcom; bisognerà temere scontri tra forze iraniane e statunitensi? In alcuni nazioni, vedi Iraq e Siria, sono presenti le forze di entrambi i paesi; da oggi, visto che si considerano reciprocamente organizzazioni terroristiche, la probabilità di uno scontro frontale salgono inesorabilmente. Idem per il Golfo Persico, dove le navi militari dei due paesi si sfiorano quasi giornalmente.
Bisogna osservare però, che negli ultimi anni, attraverso la lotta contro l’Isis, e le relazioni di buon vicinato, l’Iran sta diffondendo silenziosamente la sua presenza nella regione ed ha sempre evitato di rispondere alle provocazioni militari; non ha risposto, per esempio, quando i suoi militari sono stati bombardati da Israele in Siria.
L’azione di Trump, sui Pasdaran, è un ennesimo tranello per spingere gli iraniani a reagire?
L’odio crea odio
I parlamentari iraniani martedi sono andati a lavoro, tutti con la divisa dei Pasdaran. Probabilmente questo venerdi, ci saranno manifestazioni in Iran in sostegno al corpo militare, residuo culturale della guardia degli immortali, creata da Dario nel sesto secolo avanti Cristo. La dichiarazione di Trump, molto probabilmente, avrà l’unico esito di intensificare l’odio e convincere gli iraniani che Washington non ce l’ha con il governo ma contro tutta la popolazione; già le sanzioni che colpiscono per lo più la gente, ne erano una prova; ora l’affondo contro i Pasdaran, una forza decisamente popolare e vicina al popolo (anche nelle recenti alluvioni), continuerà a rafforzare questa idea e fare il gioco dei conservatori, nell’ambito della politica interna iraniana, mettendo ancor più in difficoltà i moderati del presidente Hassan Rohanì.