La proliferazione incontrollata dei ratti è un problema che accomuna molte grandi città. Da Roma (dove il senatore Antonio Razzi aveva proposto di importare, chissà perché, gatti nordcoreani a fronteggiare l'emergenza) a Parigi, dove è in atto, secondo l'assessore alla Salute Pubblica Georges Salines, "la più grande invasione del dopoguerra". Secondo una petizione animalista che ha già raccolto 25 mila sottoscrizioni, i topi di fogna sono però creature senzienti come noi, e sterminarli equivale a un genocidio.
"Da mesi i media francesi documentano l'imperversare giorno e notte di un esercito tra i quattro e i sei milioni di ratti un una metropoli di 2,3 milioni di abitanti: molti degli 800 parchi e giardini sono ormai in mano al nemico e sono stati chiusi per ordine della sindaca Anne Hidalgo", scrive il Giornale, "l'assessore Salines ha avviato quasi quasi duemila interventi, ma con scarsi risultati, perché le nuove norme europee impediscono l'uso del tradizionale arsenico e così del nuovo veleno light i ratti se ne fanno un baffo. 'Da una coppia si generano 950 esemplari in due anni, se non interveniamo drasticamente sarà una catastrofe', ha detto Salines". Alcuni utenti di Twitter usano toni da bollettino militare.
#ratsparis les RATS sont dans PARIS.Ils progressent ;sont présents dans de plus en plus d'immeubles.Gagnent peu a peu tous les arrondis
— Pierre Legrand (@letallecjohann) 18 settembre 2017
Nondimeno, prosegue il quotidiano milanese, "una petizione lanciata da una psicologa infantile, Josette Benchetrit, ha raccolto oltre 25 mila firme per porre fine al 'genocidio'. Non è una goliardata dadaista, la sindaca è accusata di spendere denaro pubblico, 14 milioni di euro, per fare strage di 'esseri senzienti che per legge vanno trattati come gli esseri umani'. Anziché prendersela con i ratti e 'condannarli a morte, bisognerebbe trovare un contraccettivo politico contro le fobie'. 'Eliminiamo i fascisti, invece', scrive un firmatario. 'Anche i socialisti', suggerisce un altro".
— josette benchetrit (@jobenchetrit) 22 novembre 2017
Addirittura, scrive Benchetrit su Twitter, le campagne di derattizzazione fanno sorgere il dubbio "se il genere umano meriti o meno di sopravvivere". Con tale premessa, non è da escludere che il vero obiettivo dei firmatari della petizione sia provocare una nuova epidemia di peste bubbonica che faccia strage dei biechi homo sapiens come nel quattordicesimo secolo.
c'est très important de mettre un coeur. les oiseaux souffrent un max et en prime sont asassinés par des entreprises de dératisation. quand on voit ce qui se passe, surgit l'urgence dune question: l'homme merite-t-il de vivre? au fait tuer le srats donnent la peste. Contraception https://t.co/SuhGCjbdLW
— josette benchetrit (@jobenchetrit) 22 novembre 2017