Questa cittadinanza onoraria non s’ha da fare. Almeno fino a che, in Turchia, a comandare ci sarà Recep Tayyip Erdoğan. Lo sa bene Orhan Pamuk, 65 anni, premio Nobel per la Letteratura e una delle ultime voci critiche nei confronti del governo autoritario del Presidente. E ora lo sa anche la città di Sarajevo che aveva deciso di conferire allo scrittore l’onorificenza prima di fare un passo indietro per colpa delle pressioni arrivate da parte da Ankara.
Cos’è successo
Il Guardian ha provato a ricostruire i tasselli di un puzzle ancora poco chiaro. Pamuk, diventato megafono della paura e dell’incertezza vissuta da molti suoi connazionali, ha scelto di occuparsi nella sua prossima opera della città bosniaca e di alcuni fatti relativi alla guerra dei Balcani. Con l’intenzione di visitarne, a breve, i luoghi simbolo e di respirarne l’atmosfera e la storia. Ora tutto potrebbe cambiare. Secondo Damir Uzunović, uno dei più importanti registi e intellettuali bosniaci, nonché il suo editore locale, c’è stato un vero voltafaccia da parte del consiglio comunale nei confronti di una decisione che sembrava scontata. Nella prima votazione il conferimento della cittadinanza onoraria a Pamuk era stato accettato all’unanimità (7 voti favorevoli su 7) ma, in una seconda votazione, in quattro hanno deciso di cambiare completamente la propria decisione.
Ma cosa ha fatto per Sarajevo?
Uzunović ha confermato che la motivazione fornita dall’amministrazione è semplice quanto disarmante: “Orhan Pamuk non ha fatto nulla o quasi per la città di Sarajevo”. Ma la verità, secondo molti, è che una decisione del genere avrebbe potuto irritare la Turchia. Tra i politici più influenti del paese, infatti, c’è Bakir Izetbegović, attualmente alla guida del Partito d’Azione Democratica (SDA), molto vicino alle posizioni e alle politiche di Erdogan. Eppure Pamuk sarebbe stato il primo premio Nobel a voler avvicinarsi concretamente alla Capitale bosniaca per raccontarne alcuni lati nascosti. Una visita che avrebbe fatto molto rumore visto che parliamo di uno degli autori più amati e più letti nel Paese: “Abbiamo invitato molte volte il signor Pamuk affinché venisse a trovarci e ora gli stiamo dicendo che non è più il benvenuto”.
Un danno alla città
Malik Garibija, portavoce del principale partito di opposizione (SDA) ha sottolineato come il governo di Sarajevo si stia inginocchiando davanti al volere turco dimenticando di essere stato eletto per un altro scopo: "Spero che Orhan Pamuk possa ancora diventare un cittadino onorario della nostra città. I grandi libri che ha scritto lo rendono uno dei più grandi scrittori della storia. I suoi scritti continueranno ad esistere molto tempo dopo che tutti questi tumulti politici saranno stati dimenticati”. Quel che resta, per ora, è la brutta figura che Sarajevo ha offerto al mondo.