Polemiche, sgomento, indignazione e dibattito sul razzismo riaperto in Germania, dopo la decisione di Mesut Özil di lasciare la Nazionale di calcio. Il campione di origine turca nato a Gelsenkirchen accusa di "razzismo" il presidente della Federcalcio tedesca Reinhard Grindel.
I vertici del calcio teutonico respingono le accuse e si definiscono "sinonimo di diversità, dai vertici alla base". La cancelliera Angela Merkel "rispetta" la decisione ed esprime "apprezzamento" per Özil , un calciatore, ha ricordato un portavoce, che "ha contribuito molto alla Nazionale". In difesa di Özil si schierano alcuni ministri del governo turco. "Faccio i complimenti a Özil , che lasciando la nazionale ha segnato il suo gol più bello, contro il razzismo", twitta il ministro della Giustizia Abdulhamit Gul (Repubblica).
Messaggio di sostegno anche da parte del ministro dello sport Mehmet Kasapoglu, che definisce Özil "nostro fratello", e parla di "sincero sostegno del governo alla sua onorevole causa". Dopo settimane di silenzio su una foto diffusa a maggio, che ritrae il calciatore con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il caso è scoppiato ieri. Il centrocampista dell'Arsenal ha pubblicato una dichiarazione di quattro pagine criticando i capi della Federcalcio tedesca (DFB), gli sponsor e i media.
L'accusa ai dirigenti tedeschi: "sono tedesco solo quando vinciamo"
Özil , elemento chiave della squadra che ha vinto i Mondiali del 2014 e simbolo dell'integrazione nel Paese, ha accusato la direzione del DFB, in particolare il suo presidente Reinhard Grindel, di non essersi schierato con lui contro i suoi critici. "Agli occhi di Grindel e dei suoi sostenitori, io sono tedesco quando vinciamo, ma io sono un immigrato quando perdiamo", ha scritto. Il centrocampista ventinovenne ha dichiarato di essere fedele a entrambe le sue origini, turca e tedesca, e ha insistito che non intendeva compiere un gesto politico comparendo con Erdogan poco prima della fase finale della Coppa del Mondo (Corriere dello Sport).
"Ho due cuori, uno tedesco e uno turco", ha detto Özil , al centro delle critiche dopo la disastrosa eliminazione al primo turno della Germania in Russia.
Il ministro tedesco della Giustizia Katarina Barley ha avvertito su Twitter che è un "segnale di allarme se un grande calciatore tedesco come Özil non si sente più desiderato nel suo Paese o rappresentato dalla DFB". Anche Cem Ozdemir (Verdi) di origini turche, ha espresso sgomento per il fatto che "i giovani tedeschi-turchi hanno ora l'impressione di non avere un posto nella squadra nazionale tedesca". Ozdemir ha espresso disappunto perché Özil "non ha tenuto fede alla sua funzione di dare esempi" non prendendo le distanze da Erdogan. Il giornale più venduto del paese, la Bild, ha accusato Özil definendo la sua dichiarazione una "lamentosa rassegnazione" e rinfacciandogli per aver ammassato "critiche a tutti tranne che a se stesso" (Corriere della Sera).
Il duro attacco dei media tedeschi: "Braccio di Erdogan in Germania"
"La visione del mondo di Özil qui è pericolosamente vicina a Erdogan e ai suoi despoti", ha aggiunto il quotidiano, che per settimane aveva chiesto l'esclusione del calciatore dalla Nazionale. L'ex capo della DFB Theo Zwanziger ha avvertito che la debacle è stata un "duro colpo agli sforzi di integrazione nel nostro Paese che vanno oltre il calcio". La vicenda è uno "spartiacque per lo sport, la politica e la società", avverte Tagesspiegel, lanciando l'allarme populismo, fenomeno che deve essere "contrastato in maniera tempestiva e decisa, perchè è in gioco più del semplice futuro della squadra nazionale di calcio tedesca".
Oltre ad Özil , nella foto con Erdogan comparivano anche Ilkay Gundogan, centrocampista del Manchester City e Cenk Tosun, attaccante dell'Everton. Entrambi nati in Germania, il primo nazionale tedesco, il secondo ha scelto invece di indossare la maglia della Turchia. Özil , la cui famiglia è originaria di Zonguldak, provincia turca del Mar Nero occidentale, ha iniziato la carriera nel Werder Brema, per poi passare al Real Madrid e all'Arsenal. Si è laureato campione del mondo con la maglia della Germania nel 2014, ha al suo attivo in nazionale 92 presenze e 23 goal nel ruolo di centrocampista offensivo (Il Post).