Nella lista nera dei paradisi fiscali che l'Ue pubblicherà la prossima settimana, sull'onda dello scandalo dei 'Paradise papers', avrebbero potuto rientrare anche quattro Stati membri dell'Unione: Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Malta. Lo sostiene Oxfam, che ha compiuto un'accurata valutazione basandosi sui criteri indicati dall'Ue per l'inserimento della 'black list': trasparenza, corretta imposizione fiscale e partecipazione ai fori internazionali sulla tassazione. In base a questi tre criteri, secondo Oxfam, potrebbero essere bollati come favorevoli agli evasori almeno 35 Paesi e territori extra Ue dei 92 presi in esame.
Si tratta di Albania, isole Faroe, Anguilla, Macedonia, Oman, Antigua e Barbuda, Gibilterra, Palau, Aruba, Groenlandia, Serbia, Bahamas, Guam, Singapore, Bahrain, Hong Kong, Svizzera, Bermuda, Jersey, Taiwan, Bosnia Erzegovina, isole Marshall, Trinidad e Tobago, isole Vergini britanniche, Mauritius, Emirati arabi uniti, isole Cook, Montenegro, isole Vergini americane, isole Cayman, Nauru, Vanuatu, Curacao, Nuova Caledonia.
Secondo Oxfam, l'evasione fiscale costa ai Paesi in via di sviluppo 100 miliardi di dollari all'anno, e solo un terzo di questi soldi basterebbero per finanziare le spese di sanità di questi Paesi. Per spiegarlo Oxam ha realizzato un video piuttosto efficace dove si vede una banda di ladri entrare in un ospedale e rubare ai malati medicine, strumenti di diagnosi, flebo, per poi sparire a bordo di un'ambulanza. Una metafora per raccontare l'effetto di questo genere di attività sulle persone.
Oxfam propone che l'Ue neghi l'accesso ai propri fondi a tutti i Paesi che non rispettano i criteri e che potrebbero quindi qualificarsi come 'paradisi fiscali'. Oxfam ha lanciato una petizione in cui chiede "un’azione coordinata di tutti i governi può porre fine a questa ingiustizia" con un invito particolare da parte di Oxam Italia al premier Gentiloni per "lavorare, insieme agli altri leader europei e mondiali, ad una radicale riforma dell’attuale sistema fiscale globale così che tutti – e non soltanto alcuni – possano realmente beneficiarne". Oxfam nella petizione chiede di:
- introdurre l’obbligo di rendicontazione pubblica paese per paese per tutte le multinazionali così da conoscere quanto versano in imposte nei diversi paesi in cui operano;
- creare registri pubblici dei proprietari effettivi delle aziende per impedire i trasferimenti in forma anonima dei proventi dell’evasione ed elusione fiscale;
- introdurre a livello europeo un modello vincolante di tassazione unitaria delle multinazionali (con i profitti europei distribuiti equamente fra i diversi paesi interessati) per far pagare le tasse alle multinazionali operanti nell’UE laddove conducono realmente la loro attività economica;
- istituire un comitato intergovernativo a partecipazione paritetica di tutti i paesi che abbia il mandato di facilitare la cooperazione fiscale fra i paesi e di riscrivere le regole della fiscalità internazionale elaborando misure stringenti anti-elusione delle multinazionali.