I leader dei venti Paesi più industrializzati si incontreranno il prossimo fine settimana a Osaka, in Giappone, per un G20 su cui sono proiettate le aspettative per un allentamento delle tensioni tra Cina e Stati Uniti, dopo la ripresa dell'escalation tariffaria di maggio scorso. I riflettori sono puntati sul previsto "incontro esteso" tra il presidente Usa, Donald Trump, e il presidente cinese, Xi Jinping, a margine del vertice: la settimana scorsa, in un colloquio telefonico, i due leader sono tornati a parlare delle dispute che dividono le due più grandi economie mondiali, dandosi appuntamento in Giappone per un incontro faccia a faccia, a soli sette mesi dall'ultimo incontro, a margine del G20 argentino, che aveva segnato l'inizio della tregua sul commercio.
Lo spiraglio di ottimismo scaturito dal colloquio ha trainato i mercati al rialzo settimana scorsa, ma ora sembra prevalere la cautela. "Un accordo, se ce ne sarà uno, deve essere di beneficio reciproco", ha sottolineato oggi a Pechino il vice ministro del Commercio cinese, Wang Shouwen. I lavori tra le delegazioni dei due Paesi proseguono in vista dell'appuntamento del fine settimana e segnali di un possibile rasserenamento sono arrivati anche da Washington, dove il vice presidente Usa, Mike Pence, secondo quanto trapelato dalla Casa Bianca, ha cancellato un discorso che avrebbe, con ogni probabilità, innalzato i toni dello scontro con Pechino.
Cina e Stati Uniti sono divise su molti piani, oltre a quello commerciale, con tensioni geopolitiche, che comprendono anche la tecnologia, le questioni del Mare Cinese Meridionale, di Taiwan, e ultimamente anche Hong Kong. Pechino non prevede spazio, però, per temi che esulino dalle questioni economiche. Lo ha sottolineato chiaramente l'assistente al ministro degli Esteri di Pechino, Zhang Jun, nel presentare la partecipazione cinese al summit di Osaka: il G20, ha tagliato corto, è "una piattaforma per l'economia".
Le tensioni geopolitiche che gravano sul vertice di Osaka vedono, invece, l'Iran in cima alla lista. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha chiesto una "soluzione politica", all'escalation tra Washington e Teheran - che si sta ripercuotendo sul prezzo del greggio - dopo l'abbattimento di un drone "spia" Usa da parte della Guardia Rivoluzionaria Iraniana, settimana scorsa, e ha anticipato che il tema farà parte dell'agenda del vertice giapponese del fine settimana.
L'ultima mossa di Trump, dopo l'annullamento di un raid poco prima che si alzassero i caccia, è la decisione di imporre sanzioni all'ayatollah Ali Khamenei, la guida suprema dell'Iran, con il ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad Javad Zarif, prossimo bersaglio a breve distanza.
Per il presidente Usa sono previsti altri due bilaterali, oltre a quello con Xi, e saranno osservati con particolare attenzione: quello con il presidente russo, Vladimir Putin, con cui Trump ha detto in un'intervista a Fox News di volere andare d'accordo, e quello con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, dopo la minaccia di sanzioni alla Turchia per l'acquisto del sistema di difesa missilistico S-400 dalla Russia.
Su questo sfondo, il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, padrone di casa, farà sfoggio di "omotenashi", la tradizionale ospitalità giapponese. Il Giappone intende promuovere presso i capi di Stato e di governo dei Paesi che contano per oltre l'80% del prodotto mondiale lordo, i temi del commercio internazionale "libero ed equo", della digitalizzazione dell'economia, e dell'importanza dell'innovazione per affrontare le sfide ambientali.
Osaka, intanto, si prepara al summit con ingenti misure di sicurezza. Saranno schierati 32 mila agenti a vigliare sulla sicurezza della città, e le autorità hanno già avvertito di possibili disagi al traffico e ai mezzi pubblici. Attese anche restrizioni di accesso nelle aree dei maggiori alberghi della città che ospiteranno i 37 leader di Paesi e organizzazioni internazionali in arrivo in Giappone.