Può non aver vinto l'Oscar per il miglior film, ma oggi Interstellar ha vinto il Nobel. Uno dei tre scienziati americani insigniti del premio per la Fisica, Kip Thorne, ha partecipato alla sceneggiatura del film di Cristopher Nolan e oggi al suo lavoro, insieme con quello di altri due fisici, è stato riconosciuto il merito di aver dato all'umanità occhi nuovi per leggere l'Universo come mai è stato possibile fare fino ad oggi. Al di là della metafora, è questo il reale contributo che Barry Barish e Thorne, entrambi della Calthech, e Rainer Weiss del Massacchussets Institut of Technology hanno dato alla scienza e al sapere dell'intera umanità.
Passa un treno di onde gravitazionali
Loro tre hanno infatti immaginato, pensato e poi costruito e guidato quei grandi strumenti, gli interferometri laser che hanno permesso il 14 settembre del 2015 di osservare il passaggio di un treno di onde gravitazionali. Si tratta insieme al Large Hadron Collider del Cern di Ginevra, di una delle macchine più delicate e complesse che l'uomo abbia mai pensato e costruito. Fu proprio Ligo (Large Interferometer Gravitational-Wave Observatory) a intercettare per primo le onde gravitazionali. Successivamente a Ligo si è affiancato anche Virgo, che invece ha la sua base a Cascina, vicino Pisa ed è il frutto di una collaborazione italo-francese.
Learn more about the 2017 #NobelPrize in Physics via the popular info ”Cosmic chirps” (pdf): https://t.co/tSs58eZ5Xj pic.twitter.com/CLHkegfYgg
— The Nobel Prize (@NobelPrize) 3 ottobre 2017
Oggi grazie alla doppia collaborazione Ligo e Virgo disponiamo di tre diversi interferometri che permettono di individuare con estrema precisione non solo il passaggio di queste perturbazioni del tessuto dello spazio-tempo, ma anche stimare con estrema precisione la distanza, la provenienza fino al punto di riuscire a comprendere e definire la natura della sorgente che le ha generate. Se per esempio si tratta di una coppia di buchi neri, o della esplosione di una Supernova.
The waves came from a collision between two black holes. It took 1.3 billion years for the waves to arrive at the LIGO detector in the USA. pic.twitter.com/kg6vQbIm7t
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La mano di uno dei premiati sulla scaneggiatura di Interstellar
I tre infatti, oltre a progettare lo strumento con cui avrebbero potuto intercettare le onde gravitazionali, hanno anche preso in esame con estrema cura tutta una serie di fenomeni che avrebbero potuto liberare un’energia sufficiente ad attivare a perturbare il tessuto dello spazio tempo dando luogo così allo spa-tempo. E’ stato proprio grazie a questo percorso di studio e di analisi su buchi neri e campo gravitazionale che Thorne, uno dei tre premiati è stato anche più volte ingaggiato da Hollywood per la scrittura di importanti film di fantascienza come, appunto, Interstellar.
Non sapevamo bene se essere felici o se essere scettici. L'unica certezza era che questa volta eravamo di fronte a qualcosa di particolare
Thorne, Barish e Weiss hanno costruito intorno a questo progetto una vera e propria comunità di ricercatori in cui gli italiani sono presenti sia come partner a livello istituzionale con Virgo attraverso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che con decine di singoli ricercatori che attraverso le loro collaborazioni presso diversi enti di ricerca internazionali si trovano a far parte del progetto Ligo. Come per esempio il caso di Marco Drago, che è stato quello che, in quel 14 settembre del 2015 ha visto per primo l’allarme automatico - il trigger, in gergo tecnico - inviato dal sistema che annunciava l’osservazione del primo treno di onde gravitazionali.
Watch the MIT LIGO group break into applause as they watch the announcement of this years #NobelPrize in Physics ”…and the award goes to…” pic.twitter.com/c5tturvwgP
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"Stavo preparando l'ennesimo articolo da sottoporre a pubblicazione", racconta Drago. "Appena ho aperto la mail che il nostro sistema invia in maniera automatica - ha detto - ho visto subito che c'era qualcosa di particolarmente interessante e ho chiamato immediatamente il mio collega a Padova. Non sapevamo bene se essere felici o se essere scettici. L'unica certezza era che questa volta eravamo di fronte a qualcosa di particolare".
Scienziati italiani si trovano poi coinvolti direttamente in Ligo, come Sergio Gaudio, che dal suo Bbog su Agi.it solo pochi giorni fa aveva festeggiato l’annuncio di una nuova importante scoperta fatta proprio grazie alla collaborazione tra Ligo e Virgo.