Nel 2018, il numero di persone in fuga da guerre, persecuzioni e conflitti ha superato i 70 milioni: è il livello più alto registrato in quasi 70 anni di attività dall'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite che critica l'Italia per il decreto sicurezza del governo. Circa l'80% dei rifugiati vive in Paesi confinanti con i Paesi di origine e a farsi maggiore carico del fenomeno sono quelli più poveri, che ospitano un terzo di tutti i rifugiati su scala mondiale.
Secondo i dati raccolti nel rapporto annuale pubblicato da Unhcr Global Trends, la cifra di 70 milioni di rifugiati corrisponde al doppio di quella di 20 anni fa, con 2,3 milioni di persone in più rispetto a un anno fa: una popolazione di dimensione compresa fra quelle di Thailandia e Turchia.
"La cifra di 70,8 milioni - spiega Unhcr - è stimata per difetto considerato che la crisi in Venezuela in particolare è attualmente riflessa da questo dato solo parzialmente". In tutto, circa 4 milioni di venezuelani, secondo i dati dei paesi che li hanno accolti, hanno lasciato il Paese, rendendo la crisi in atto uno degli esodi forzati recenti di più vasta portata a livello mondiale. Sebbene la maggior parte delle persone in fuga necessiti di protezione internazionale, ad oggi solo circa mezzo milione di queste ha presentato formalmente domanda di asilo.
L'Alto commissario per i rifugiati, Filippo Grandi, ha espresso la sua preoccupazione per il recente decreto sui rifugiati e gli immigrati in molte delle sue disposizioni e che stabilisce sanzioni contro le navi delle Ong impegnate a salvare vite umane in mare. "Il salvataggio marittimo - ammonisce l'agenzia dell'Onu - è un obbligo derivante dal diritto internazionale. Nessuna nave o capitano dovrebbe rischiare sanzioni per aver salvato vite in mare".
I dati, secondo l'agenzia, sarebbero un'ulteriore conferma di come vi sia una tendenza nel lungo periodo all'aumento del numero di persone che fuggono in cerca di sicurezza da guerre, conflitti e persecuzioni. "Se da un lato il linguaggio utilizzato per parlare di rifugiati e migranti tende spesso a dividere - riporta ancora Grandi - dall'altro, allo stesso tempo, stiamo assistendo a manifestazioni di generosità e solidarietà specialmente da parte di quelle stesse comunità che accolgono un numero elevato di rifugiati".
Unhcr ha poi teso una mano verso le associazioni umanitarie che operano nel Mediterraneo. Per Roland Schilling, rappresentante regionale ad interim per l'Europa meridionale "le navi delle Ong sono più cruciali che mai. Senza di loro, è inevitabile che più vite umane andranno perse".