A quasi tre mesi dalla strage di Parkland negli Stati Uniti si torna a parlare di armi. Venerdì, a Dallas, si terrà la 147esima convention della NRA, l'organizzazione che difende chi possiede e utilizza armi da fuoco.
Ci sarà grande attenzione per le parole del vicepresidente Mike Pence anche se, secondo un’anticipazione della CNN, durante la serata potrebbe parlare anche Donald Trump. Una notizia confermata da alcune testate locali come il Dallas Morning News che parla di una decisione presa nella giornata di domenica.
Anche perché la NRA, con donazioni superiori ai 30 milioni di dollari, ha avuto un ruolo importante nella corsa alla casa Bianca del tycoon newyorchese.
Verso il Texas, stato ultra-conservatore, volgeranno lo sguardo tutti quelli che si aspettano di ricevere notizie su cosa farà il Governo per fermare le stragi.
Compresi i ragazzi sopravvissuti alla sparatoria della scuola in Florida, fondatori di un movimento che negli ultimi mesi è riuscito a sensibilizzare e mobilitare milioni di americani.
“Giù le armi” mentre parla il vicepresidente
Per capire il clima che si respirerà durante la giornata basta leggere l’annuncio che l’NRA ha fatto in occasione dell’intervento di Pence e che vieta ai partecipanti di portare nelle sale armi da fuoco o coltelli. Slate ha scritto che si tratta di una decisione presa dai servizi segreti americani per garantire una maggiore sicurezza. Per molti un’ulteriore prova della presenza di Trump all’evento. Ma questa giustificazione non è servita a frenare le battute, soprattutto su Twitter, che si sono moltiplicate dopo che la notizia è stata diffusa e che mettono in evidenza le contraddizioni delle messaggio. Del resto è difficile credere che un’associazione nata per difendere e promuovere la diffusione delle armi possa adottare una misura del genere. Qui, ad esempio, il tweet di uno dei fondatori di #NeverAgain, Cameron Kasky.
The NRA has evolved into such a hilarious parody of itself. pic.twitter.com/6Pw6NTQAe6
— Cameron Kasky (@cameron_kasky) 28 aprile 2018
Come andò nel 2017
Appena dodici mesi fa, da Presidente eletto, Trump ricevette una standing ovation fatta di applausi e consensi alla convention che si svolse ad Atlanta. E in quell’occasione sottolineò come fosse stato l’unico candidato a rivolgersi direttamente alla NRA e ad ascoltarne le richieste.
Ringraziò per il supporto e fece capire che stava lavorando per contraccambiare il favore: “You came through for me, and I am going to come through for you.”. Quasi mettendo nero su bianco uno scambio di favori che poi ha portato, ad esempio, all’elezione del conservatore Nei Gorsuch come giudice della Corte Suprema, molto gradito alla NRA. E se dopo i fatti di parkland, Trump aveva parlato di alcune iniziative, come limitare la vendita del Bump Stock, l’arma che aveva causato 58 morti in un’altra strage, a Las Vegas, nelle ultime settimane sembra aver alleggerito toni e proposte. Anche in vista delle elezioni di mid-term del prossimo autunno.
Per questo, un suo intervento alla convention, potrebbe rilanciare le rivendicazioni e le proteste di chi, invece, negli scorsi mesi ha deciso di marciare per difendere la vita e per dire “mai più”.