Partirà lunedì l'annuale cerimonia di assegnazione dei Nobel a Stoccolma: una settimana di appuntamenti giornalieri con la prestigiosa Accademia che assegnerà i premi a partire da quello per la Medicina, atteso appunto per il 2 ottobre. Ma, a parte l'Alto rappresentante Ue, Federica Mogherini, tra i favoriti per la Pace, e Filippo Grandi di Unhcr, altri italiani non sono previsti, e un Nobel all'Italia manca ormai da dieci anni.
Eppure di scienziati nostrani che meriterebbero l'onorificenza ce ne sono tanti e in diversi settori. Ad esempio, il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, considerato il "re dei neuroni specchio". Oppure l'immunologo Alberto Mantovani, per le sue scoperte in campo oncologico.
E ancora Fabiola Gianotti, oggi alla guida del Cern di Ginevra, per i suoi esperimenti sulle particelle ad alta energia. Oppure i fisici Roberto Car e Michele Parrinello per aver sviluppato il metodo computazionale Car-Parrinello che ha profonde implicazioni in diversi settori, dalla fisica alla chimica e così via.
"Anche se meritarlo non significa poterlo vincere davvero" ha detto all'AGI Carlo Alberto Redi, celebre biologo dell'Università di Pavia. "E la colpa non è certamente dei nostri scienziati", ha aggiunto Roberto Cingolani, direttore scientifico dell'Istituto italiano di tecnologia. "Ma è dell'Italia - continua - che non è considerata un paese a cui destinare un così prestigioso riconoscimento".
Da Balzani a Cabibbo, gli scippi più clamorosi
È così che si spiega la lunga lista di "mancati Nobel", alcuni davvero clamorosi. L'ultimo "furto" risale allo scorso anno, quando il chimico Vincenzo Balzani, è stato escluso dalla rosa dei vincitori del Nobel per la Chimica - Jean-Pierre Sauvage, Sir J. Fraser Stoddart e Bernard L. Feringa, definiti i "meccanici molecolari" - nonostante lo scienziato italiano abbia firmato decine di studi sui motori molecolari in collaborazione con due dei tre premiati.
Poi c'è anche quello che e' stato definito dalla stessa comunità scientifico come uno "scippo" ai danni del fisico Nicola Cabibbo, quando nel 2008 furono premiati con il Nobel della Fisica gli scienziati giapponesi Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa per la scoperta della Matrice Cabibbo-Kobayachi-Maskawa (o matrice Ckm, dalle iniziali dei tre ricercatori).
Sempre nel 2008 il Nobel per la fisica fu assegnato a Yoichiro Nambu, autore con l'italiano Giovanni Jona Lasinio di un'altra teoria fondamentale della fisica delle particelle. Anche in questo caso il Nobel andò solo a Nambu. Una vicenda simile coinvolse il maestro di Cabibbo, Bruno Touschek, escluso dal Nobel per la fisica del 1976, che fu assegnato a Richter e Ting per la scoperta della particella J-Psi, quando l'ideatore dell'anello di accumulazione alla base di quel risultato era stato lui.
Di mancato Nobel per la fisica si può parlare anche nel caso di Luciano Maiani, che nel 1970 collaborò con i fisici Sheldon Lee Glashow e John Iliopoulos, elaborando un'estensione del modello a quark allora in auge, che prevedeva l'esistenza di tre quark. Il meccanismo si chiamava GIM, dalle iniziali dei tre autori, e prevedeva l'esistenza di un quarto quark, che e' stato scoperto sperimentalmente nel 1974.
Ad essere premiato con il Nobel fu però Glashow nel 1979. C'è chi parla di Nobel mancato anche nel 2005, quando il famaracologo Alfredo Gorio fu escluso dal riconoscimento dato ai colleghi Satoshi Omura e William Campbell per la scoperta dell'avermectina.
L'Italia deve smettere di bistrattare la ricerca
Non stupisce quindi che un Nobel in Italia manca ormai da dieci anni. In totale, sono 20 i premiati del nostro paese, ma solo se includiamo anche i riconoscimenti assegnati per le discipline non scientifiche. Gli ultimi due scienziati italiani premiati sono Mario Capecchi, premio Nobel per la Medicina nel 2007 per i suoi studi sulle cellule staminali embrionali, e Riccardo Giacconi, premio Nobel per la Fisica nel 2002 per lo studio dell'Universo ai raggi X.
E guarda caso entrambi hanno lavorato Oltreoceano. Per la comunità scientifica italiana non bisognerebbe però prendersela più di tanto con i membri del Comitato dell'Accademia delle scienze di Stoccolma che assegna i Nobel. Quanto invece con la cattivissima abitudine italiana di "bistrattare" la ricerca, come si evince dalla lettera sottoscritta lo scorso anno dai presidenti di centri di ricerca, come il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e l'Istituto italiano di tecnologia (Iit), rettori, accademici dei Lincei e docenti universitari.
"Come si può pensare che un comitato internazionale premi un nostro scienziato se il suo stesso paese non crede e investe in lui", ha detto Cingolani, tra i firmatari della lettera. "Se vogliamo essere premiati all'estero, l'Italia deve lavorare sulla sua credibilta'", ha aggiunto. Quando l'Italia diventerà un paese da Nobel, forse, anche i suoi scienziati meritevoli - e sono tanti - potranno ricevere l'ambitissimo riconoscimento.