Il Premio Nobel per la Pace 2018 è stato assegnato a Denis Mukwege e Nadia Murad per il loro impegno contro l'uso della violenza sessuale come arma di guerra. L'annuncio è stato dato nel Norwegian Nobel Institute di Oslo.
Chi sono i due vincitori
Denis Mukwege, un ginecologo congolese che cura le vittime di violenze sessuali nella Repubblica Democratica del Congo e Nadia Murad, attivista yazida per i diritti umani e sopravvissuta alla schiavitù sessuale da parte dello Stato Islamico in Iraq, hanno vinto il Premio Nobel per la Pace 2018. Sono stati scelti, tra i 331 candidati, per il loro impegno volto a porre fine all'uso della violenza sessuale come arma di guerra. "Entrambi i vincitori hanno dato un contributo cruciale a focalizzare l'attenzione e a combattere tali crimini di guerra", si legge nella motivazione del comitato norvegese.
"Denis Mukwege è l'assistente che ha ha dedicato la sua vita a difendere queste vittime. Nadia Murad è la testimone che racconta degli abusi perpetrati contro di lei e contro gli altri. Ognuno di loro a modo suo ha contribuito a dare maggiore visibilita' alla violenza sessuale in tempo di guerra, in modo che gli autori possano essere ritenuti responsabili per le loro azioni", si legge ancora nell'annuncio.
"Il medico Denis Mukwege ha trascorso gran parte della sua vita aiutando le vittime di violenza sessuale nella Repubblica Democratica del Congo. All'ospedale Panzi, fondato a Bukavu nel 2008, il dottor Mukwege e il suo staff hanno curato migliaia di pazienti che sono caduti vittima degli assalti. La maggior parte degli abusi è stata commessa nel contesto di una lunga guerra civile che è costata la vita a più di sei milioni di congolesi. Denis Mukwege è il simbolo più importante e unificante, sia a livello nazionale che internazionale la lotta per porre fine alla violenza sessuale in guerra e nei conflitti armati. Il suo principio di base è "la giustizia è affare di tutti".
Nadia Murad "è vittima di crimini di guerra. Ha rifiutato di accettare i codici sociali che impongono alle donne di rimanere in silenzio e vergognarsi degli abusi a cui sono state sottoposte. Ha mostrato un coraggio non comune nel raccontare le sue stesse sofferenze e nel parlare per conto di altre vittime. Fa parte della minoranza yazida del nord dell'Iraq, dove ha vissuto con la sua famiglia nel remoto villaggio di Kocho.
Nell'agosto 2014 lo Stato islamico (Isis) ha compiuto un attacco brutale e sistematico ai villaggi del distretto di Sinjar, finalizzato a sterminare la popolazione yazida. Nel villaggio di Nadia Murad sono state massacrate diverse centinaia di persone. Le donne più giovani, compresi bambini minorenni, sono state rapite e detenute come schiave del sesso. Prigioniera dell'Isis, Nadia Murad fu ripetutamente oggetto di stupro e altri abusi".
Cosa sono gli stupri di guerra
Gli stupri di guerra sono usati come arma psicologica da soldati, combattenti, milizie, ma anche da civili, durante i conflitti e comprendono anche i casi in cui le donne sono costrette a prostituirsi o a diventare schiave sessuali. Violenze spesso sistematiche e associate ai massacri. Lo stupro di guerra e la schiavitù sessuale sono riconosciuti dalle convenzioni di Ginevra come crimini contro l'umanità e crimini di guerra.
Lo stupro oggi è anche affiancato al crimine di genocidio quando commesso con l'intento di distruggere, in parte o totalmente, un gruppo specifico di individui. Nell'est del Congo, la prevalenza e l'intensità dello stupro e di altre violenze sessuali sono descritte come le peggiori del mondo. In Iraq e in Siria l'Isis ha pianificato e messo in pratica la schiavitù di centinaia di donne yazide.