Non a tutti piacciono gli influencer. Soprattutto quando contattano imprenditori e commercianti per avere merce e prodotti in cambio di visibilità. Questo è quello che è successo a Joe Nicchi, gelataio di Leo Angeles e gestore del CVT Soft Serve, un camioncino ambulante conosciuto in città che vende coni, coppette e altre squisitezze.
Del resto Nicchi è un attore prestato al mondo della piccola distribuzione a quattro ruote. Il suo secondo mestiere, quello del gelataio, gli serve per arrotondare lo stipendio. Ha comprato il camioncino, vintage e molto “instagrammabile”, con i ricavati del primo spot girato per la televisione e gli ha dato una indiscussa personalità. Lui stesso, basta osservare le foto social, ha un carisma naturale con un look che cattura facilmente l’obiettivo della camera fotografica.
Il suo successo, seppur limitato, ha attirato l’attenzione di alcuni utenti Instagram con svariate migliaia di follower che hanno proposto a Nicchi di postare delle foto con il suo camioncino sui loro account. Senza, in cambio di questo “favore”, pagare il prodotto in questione. Pubblicità gratis in cambio di assaggi e prelibatezze. Prima qualche contatto via mail, poi direttamente in presenza, intercettando la marcia del negozio. “Il momento peggiore è quando si avvicinano al mio camioncino”.
Nicchi non si è limitato a dire “no, grazie”. Come ha raccontato al Guardian, e riflettendo su quel tipo di offerta ricevuta, ha deciso di passare al contrattacco. Ha preso quattro immagini le ha incollate insieme corredando il tutto con una frase “gli influencer pagano il doppio”. Lo ha appeso fuori dal suo camioncino dotandolo di hashtag, #InfluencersAreGross, e imitando la stessa tecnica adottata da questi esperti dei social. “Gross” inteso come nauseabondo, schifoso, disgustoso.
Il risultato? Tante foto, tanti post, tante riprese dai media. Anche grazie a un altra piattaforma web, Reddit. La sua storia ha fatto il giro del mondo dandogli un ritorno enorme sul web e sui social. Più clienti, più curiosi, persino più follower, e tante persone che si sono dimostrate solidali nei confronti della sua battaglia.
“Siamo gli influencer anti-influencer”. Con un giro di parole che nasconde una certa genialità. "È strano ma penso anche che sia davvero divertente. Spero che ispiri le piccole imprese a tenere il punto e dire alla gente di andare a farsi f...”.
Le richieste ricevute sono state svariate. La peggiore, forse, quella di un assistente di un attore famoso, che Nicchi non ha voluto svelare, che si è avvicinato per chiedere gelato gratis per tutta la troupe e il cast in cambio di una foto al camioncino da parte del vip in questione. La sua risposta è stata piuttosto pratica: “Mi piacerebbe farlo ma non penso che la scuola di mio figlio accetti le foto delle celebrità come forma di pagamento per le tasse scolastiche”. Ironia che non è piaciuta generando parole di minaccia: “Dovresti stare attento a quello che dici, questa è una città piccola”.
L’attore-gelataio non è contro il mondo dei social. Sa che sono utili per diffondere il proprio business e per stabilire una connessione con la propria potenziale clientela. Ma non vuole dipendere dalle sue regole: “Se Instagram domani sparisse, il mio camioncino rimarrebbe. Il lavoro dell’influencer probabilmente no”.
Ma la sua politica vale per tutti. Il giornalista del Guardian che lo ha intervistato ha testato la qualità del suo gelato. Ma ha regolarmente pagato il conto. Per fortuna non tariffa doppia, come previsto per un influencer qualunque.