AGI - Un capo delle milizie libiche accusato di crimini di guerra, torture e rapimenti da Amnesty International è stato avvistato in Italia dopo aver viaggiato nel Paese con un visto Schengen rilasciato da Malta.
Abdel Ghani al-Kikli, noto anche come “Gheniwa”, è balzato agli onori della cronaca in Italia dopo che sono emerse delle foto che lo ritraggono accanto al letto d'ospedale del Ministro di Stato libico Adel Jumaa, sottoposto a cure mediche a Roma dopo un fallito attentato il mese scorso. Al-Kikli è il comandante dello “Stability Support Apparatus” (SSA) libico, un gruppo ombrello di milizie che conduce operazioni anti-migrazione nel Mediterraneo con il sostegno dell'UE, accusato di trattare brutalmente i migranti.
Pur essendo controversa, l'organizzazione è tuttavia ufficialmente sanzionata e riferisce direttamente al Consiglio presidenziale libico, che funge da capo di Stato per il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite. Mentre l'importante attivista libico Husam El Gomati, ha affermato che al-Kikli è ricercato dalla Corte penale internazionale (CPI), i media italiani hanno smentito l'affermazione.
Un portavoce del Ministero degli Affari Esteri ha dichiarato che la richiesta di visto di al-Kikli è stata “valutata ed elaborata in modo approfondito dal consolato di Malta a Tripoli, con il supporto delle autorità di polizia”.
Il portavoce ha osservato che la domanda è stata esaminata nel novembre 2023 in linea con le procedure Schengen utilizzate da tutti gli Stati della zona di libera circolazione, compresa la consultazione con altri Stati Schengen, aggiungendo che “non è stato registrato alcun problema”.
In un rapporto del 2021, Amnesty International ha dichiarato che al-Kikli si era affermato come uno dei più potenti leader delle milizie libiche nei 10 anni precedenti, affermando che i detenuti nelle strutture sotto il suo comando avevano subito “rapimenti, torture e altri maltrattamenti”.