AGI - La Corte Suprema del Brasile ha rinviato a giudizio l'ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro con l'accusa di avere ordito piani per un colpo di stato.
La decisione è stata presa dai giudici all'unanimità: cinque voti a zero. I magistrati hanno ritenuto di avere prove sufficienti per processare l'ex capo dello Stato, che avrebbe guidato la cospirazione per restare al potere nonostante la sconfitta elettorale subita nel 2022 dall'attuale presidente Luiz Inacio Lula da Silva.
- Estão com pressa. Muita pressa. O processo contra mim avança a uma velocidade 14 vezes maior que o do Mensalão e pelo menos 10 vezes mais rápida que o de Lula na Lava Jato.
— Jair M. Bolsonaro (@jairbolsonaro) March 26, 2025
- E o motivo? Nem tentam mais esconder. A própria imprensa noticia, abertamente e sem rodeios, que a… pic.twitter.com/JadGJP6FBR
Jair Bolsonaro ha reagito duramente alle accuse di tentato golpe per cui è stato rinviato oggi a giudizio. "Tutti sanno che quello che sta accadendo è, di fatto, una sorta di attacco legale alla democrazia: un processo politico, condotto in modo parziale e apertamente ingiusto", ha scritto l'ex presidente brasiliano in un post pubblicato su X poco prima della decisione della Corte suprema.
"Hanno fretta, troppa fretta", ha proseguito, e "la motivazione non è legale, ma politica": i giudici "vogliono impedirmi di andare alle elezioni da uomo libero perché sanno che, in una competizione leale, non esiste un candidato in grado di battermi".
Ma, ha avvertito, "più calpestano regole, scadenze e garanzie per cercare di eliminarmi, più diventa evidente la loro paura delle urne e della volontà del popolo. Se credessero davvero nella democrazia che affermano di difendere, mi affronterebbero alle urne".
Le accuse
Secondo l'accusa, subito dopo le elezioni Bolsonaro sarebbe stato a capo di un gruppo di cospiratori che pianificò di dichiarare nullo il risultato e convocare nuove elezioni per decreto. Gli investigatori ritengono che i rivoltosi avevano anche pianificato l'assassinio di Lula, del suo vicepresidente Geraldo Alckmin e del giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, acerrimo nemico di Bolsonaro e uno dei giudici del caso attuale. Il piano sarebbe fallito per mancanza di sostegno tra gli alti ranghi delle Forze armate.
Bolsonaro sara' il secondo ex capo dello Stato brasiliano in meno di un decennio ad affrontare un processo penale. Nel luglio 2017, l'allora ex presidente Lula e' stato dichiarato colpevole di corruzione e ha trascorso un anno e mezzo in prigione, fino a quando la sua condanna non e' stata annullata dalla Corte Suprema e ha potuto ricandidarsi.
Altre sette persone saranno processate insieme a Bolsonaro, tra cui molti dei suoi ex ministri e un ex comandante della Marina. Se condannato, rischia fino a 40 anni di carcere L'ex presidente insiste di essere vittima di uno stratagemma politico volto a impedire il suo ritorno alla presidenza. Ma anche se fosse scagionato, non e' detto che il processo finisca in tempo per le elezioni presidenziali del prossimo anno e dunque Bolsonaro sarebbe fuori dalla competizione.