AGI - Un uomo che ha passato nel braccio della morte più di metà della propria vita è stato risarcito con poco più di un milione di euro da un tribunale giapponese. L'incredibile storia di Iwao Hakamata era emersa alla fine del 2024, quando il processo di revisione per una strage commessa nel 1966 si era concluso con la sua assoluzione. Ora che ha 89 anni e capacità cognitive profondamente compromesse, gli è stato riconosciuto un indennizzo di 217 milioni di yen per quasi mezzo secolo di detenzione ingiusta, il risarcimento penale più alto mai concesso in Giappone.
Il caso di Iwao Hakamata
La richiesta di risarcimento era stata presentata al tribunale a gennaio dopo che l'assoluzione di Hakamata era stata finalizzata lo scorso ottobre, segnando la fine di una decennale lotta intrapresa dalla famiglia. In base al Criminal Compensation Act giapponese, una persona assolta ha diritto a ricevere fino a 12.500 yen al giorno di detenzione.
Il tribunale determina l'importo del risarcimento in base a fattori quali il tempo trascorso in custodia e i potenziali guadagni futuri.
La richiesta di risarcimento
Gli avvocati di Hakamata hanno chiesto l'importo massimo, citando "l'entità incommensurabile del danno subito mentalmente e fisicamente, e anche per essere stato sotto la paura della pena di morte". Hakamata, un ex pugile professionista che lavorava in un'azienda produttrice di miso, fu arrestato con l'accusa di aver ucciso il direttore generale della società, la moglie e due dei loro figli. Fu condannato a morte dal tribunale distrettuale di Shizuoka nel settembre 1968 e la sentenza fu resa definitiva dalla Corte Suprema nel dicembre 1980.
La detenzione ingiusta
Dopo aver trascorso 47 anni e sette mesi dietro le sbarre, Hakamata fu rilasciato nel marzo 2014, dopo che nuove prove avevano sollevato dubbi sulla sua condanna, portando all'inizio di un processo di revisione. Nel concedere l'assoluzione di Hakamata nel settembre dell'anno scorso, il tribunale distrettuale di Shizuoka stabilì che gli investigatori avevano falsificato le prove. I pubblici ministeri scelsero di non presentare ricorso.
Un primato mondiale
Hakamata è stato riconosciuto dal Guinness dei primati come il condannato a morte più longevo al mondo.