AGI - La Turchia si è risvegliata dopo la quinta nottata di proteste e scontri con una notizia che già era nell'aria da ieri: Ekrem Imamoglu sarà lo sfidante del presidente Recep Tayyip Erdogan alle elezioni presidenziali del 2028. Quella di ieri è stata una giornata a due facce per Imamoglu. È stata la giornata in cui i giudici ne hanno decretato la detenzione, con il conseguente viaggio verso il carcere di Silivri, e la giornata del decreto con cui il ministero degli Interni ha destituito Imamoglu dall'incarico.
Il primo giorno in carcere senza essere più formalmente sindaco di una città che lo aveva confermato appena un anno fa. Allo stesso tempo la giornata di ieri ha segnato il trionfo di Imamoglu nelle primarie e nelle piazze. Il destituito sindaco è stato l'unico candidato del proprio partito, i repubblicani del Chp, nelle primarie in programma ieri in tutto il Paese.
Più di 11 milioni hanno votato. Una prova di solidarietà in un'elezione dall'esito scontato che ha poi avuto un seguito nelle piazze dove l'affluenza è stata massiccia. Nonostante la inevitabile guerra di numeri a Istanbul hanno manifestato piu' di 100 mila persone, ad Ankara e Smirne altre decine di migliaia. Si è trattato del quinto raduno dall'arresto di Imamoglu, segno che la piazza ha ascoltato l'appello dello stesso sindaco e dell'opposizione, decidendo di sfidare i divieti e le restrizioni delle autorità e radunarsi dinanzi la sede del comune.
La prefettura di Istanbul ha vietato assembramenti fino al 27 marzo e ristretto l'accesso ad aree sensibili. Restrizioni che da oggi a Istanbul saranno intensificate anche con controlli all'ingresso della città, per evitare l'arrivo di altri manifestanti. Una misura marginale in una città di più di 20 milioni di abitanti. Con le manifestazioni non sono mancati gli scontri: 71 i fermi applicati nella notte, tra cui anche 10 giornalisti arrestati tra Istanbul e Smirne.
Un numero inferiore rispetto aglio oltre 300 arresti delle due serate di scontri precedenti (la metà dei quali rilasciati), segno che anche le autorità si sono rese conto di non poter fermare l'onda di solidarietà a favore del sindaco. Durante gli scontri una moschea storica è stata danneggiata e la procura ha aperto un'indagine.
In attesa di vedere cosa accadrà stasera la protesta questa mattina si è trasferita nelle università, dove la tensione era salita già prima dell'arresto di Imamoglu, con la decisione di cancellare il diploma del sindaco. Gli studenti delle università Bogazici, Yildiz, Hacettepe, Galatasaray, ODTU e Istanbul Teknik hanno annunciato un boicottaggio delle lezioni, sit-in di protesta, raduni e confermato che anche stasera marceranno per sostenere Imamoglu e protestare contro Erdogan.
Secondo alcune testate turche la tensione all'interno del partito Akp del presidente è salita alle stelle. Se in molti sostengono la magistratura cresce all'interno del partito il fronte di chi ritiene che la decisione di arrestare Imamoglu stia provocando un effetto boomerang. Un autogol vero e proprio che rischia di tradursi in una importante perdita di consenso all'interno del Paese e un forte imbarazzo sul piano internazionale.