AGI - Un colpo di Stato. Dal carcere dove è rinchiuso da ieri, il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu ha chiamato i turchi e la stessa magistratura a difendere la democrazia dal golpe in atto. Un appello lanciato mentre i suoi sostenitori sfidavano per il secondo giorno consecutivo i divieti della prefettura e si erano radunati dinanzi al municipio per protestare, prima di essere dispersi con la forza dalla polizia.
"Il golpe del 19 marzo è stato attuato contro la volontà della nazione che voleva determinare autonomamente il proprio destino", ha scritto Imamoglu su X. "Difendi la democrazia e la tua volontà", ha esortato. Ma dopo oltre 24 ore di silenzio, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha respinto al mittente le accuse. "Sono beghe interne all'opposizione" e in particolare al partito repubblicano, ha tagliato corto, spiegando che le denunce sono partite proprio da membri del Chp. "Queste inaccettabili minacce ai giudici sono la via di fuga più facile per ingannare il Paese", ha ammonito.
L'appello alla magistratura e le accuse contro il sindaco
In mattinata, tramite i suoi avvocati, sempre su X Imamoglu si era rivolto direttamente alla magistratura. "Mi appello a chi rappresenta il potere giudiziario: dovete agire e combattere i vostri colleghi che stanno macchiando d'infamia la magistratura. Non potete e non dovete più tacere", ha ammonito. Il sindaco deve rispondere di accuse di corruzione, peculato, ma anche legami, tutti da provare, con i separatisti curdi del Pkk.
Accuse concentrate in due diversi filoni di indagine. Il primo filone ha portato all'arresto del sindaco e altri 82 sospettati, mentre in dieci sono ancora ricercati dalla polizia e sette di questi risultano fuggiti all'estero. Nella seconda indagine, relativa al sostegno al Pkk, Imamoglu è coinvolto insieme ad altri sei sospettati; quattro di questi si trovano in manette, tre in fuga. Intanto il Paese è sempre più spaccato tra chi ha bollato i filoni di indagine come politici e chi invece predica rispetto per la magistratura. Oggi si è sfiorata la rissa in Parlamento tra parlamentari del Chp e quelli dell'Akp.
E la polizia è intervenuta questa sera a Istanbul per disperdere un corteo di protesta che dal municipio si dirigeva verso piazza Taksim, sfidando il divieto della Prefettura. Prima che Erdogan parlasse, sul tema era già intervenuto il portavoce del partito Akp, Omer Celik, dichiarando la totale estraneità del governo al procedimento e chiedendo rispetto per la magistratura. Il sindaco ha strappato Istanbul all'Akp di Recep Tayyip Erdogan nel 2019 ed è unanimemente considerato lo sfidante più insidioso per il presidente quando, nel 2028, si tornerà a votare.
Sulla carta, domenica prossima si dovevano tenere le primarie del suo partito, il Chp, da cui sarebbe dovuto emergere come lo sfidante di Erdogan. Ieri la consultazione è stata confermata, ma di fatto ancora non è certo che si andrà avanti come da programma. Imamoglu ha intanto nominato per procura il parlamentare Nuri Aslan a reggente temporaneo della giunta comunale della metropoli sul Bosforo. Una mossa dettata anche dal fatto che l'indagine si preannuncia complessa e che nessuno scommetterebbe su un imminente ritorno al lavoro per il sindaco. In base a quanto reso noto sono 200 gli appalti sospetti finiti nel mirino della magistratura.
I dettagli delle indagini e le accuse di corruzione
A peggiorare il quadro la diffusione, sul quotidiano Hurriyet e numerosi media turchi, di immagini delle perquisizioni effettuate nelle case degli indagati. In base quanto emerso Ali Nuhoglu, imprenditore edile vicino a Imamoglu, è stato trovato in possesso di contanti per 40 milioni di lire turche (un milione di euro).
Una considerevole quantità di contanti è stata trovata anche nelle abitazioni di Murat Ongun, consigliere di Imamoglu e di Emrah Bagdatli, faccendiere vicino a Ongun che risulta fuggito in Grecia via terra. Il patrimonio di Ongun è stato messo sotto sequestro ieri, così come l'impresa edile della famiglia di Imamoglu (60% del sindaco e 40% del padre).
Quest'ultima è socia della Masak, società che negli ultimi 3 anni avrebbe acquisito 117 immobili, ora finiti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. Altro caso spinoso riguarda una presunta richiesta di tangenti per un centro commerciale, il CapaCity, costruito senza il rispetto delle norme antisismiche. In base a quanto riportato da diversi media il presidente della fondazione per le associazioni affiliate al comune di Istanbul, Ertan Yildiz (fuggito all'estero) e un secondo sospettato (in arresto), avrebbero chiesto 5 milioni di euro di tangenti per evitare che l'edificio fosse dichiarato inagibile.
"Non vi conviene mettervi contro chi diventerà presidente della Repubblica tra due anni", avrebbero minacciato gli imputati secondo la denuncia pervenuta alla magistratura e riportata dai media turchi. Dopo il rifiuto di pagare la tangente, il Comune ha comminato ai proprietari del centro commerciale una multa di 197 milioni di lire turche (quasi 5 milioni di euro).
Tensione e conseguenze economiche
Anche Istanbul è stata sotto assedio: blindata piazza Taksim, chiuse alcune fermate di metro, bus e funicolare che consentono l'accesso al centro di Istanbul. Come ieri, social media e Whatsapp hanno funzionato a mezzo servizio. Questa mattina il ministro degli interni ha annunciato l'arresto di 37 persone, accusate di aver condiviso contenuti provocatori. L'arresto di Imamoglu ha inoltre causato l'ennesimo crollo della lira turca, il cui valore ha toccato ieri il minimo storico. A oggi servono 38 lire per un dollaro e 41 lire per un euro.