AGI - Si è conclusa la storica manifestazione che ha visto 107.000 persone marciare, a partire da mezzogiorno, per le strade di Belgrado dopo mesi di proteste, guidate dagli studenti, contro la corruzione e contro il governo dimissionario guidato da Milos Vucevic. I capi della mobilitazione hanno invitato i dimostranti a lasciare l'area del Parlamento, dove sono accampati da giorni, a causa delle provocazioni dei sostenitori del governo che, hanno riferito, avrebbero lanciato pietre e bottiglie contro di loro da un vicino parco.
LE RAGIONI DEL MOVIMENTO
Il movimento è nato dall'incidente avvenuto lo scorso 1 novembre alla stazione ferroviaria di Novi Sad, in cui persero la vita 15 persone a causa del crollo della pensilina in cemento dell'edificio appena ristrutturato. La tragedia fece esplodere la rabbia popolare, che la identificò subito come un simbolo dell'inefficienza e della corruzione della classe dirigente. Le manifestazioni per chiedere alle autorità di assumersi la responsabilità dell'incidente e di liberare i dimostranti arrestati divennero presto quotidiane e quella odierna è stata la più partecipata da allora.
LE PAROLE DI UNA STUDENTESSA
"Ci siamo organizzati dal nulla e abbiamo ottenuto molto", ha detto una studentessa da un palco nella piazza principale della città, "abbiamo unito il Paese, le generazioni, risvegliato la solidarietà e l'empatia e dimostrato che il cambiamento è possibile quando combattiamo insieme".
LA PARTECIPAZIONE POLITICA E LO SLOGAN DEL MOVIMENTO
Intorno, una folla densa reggeva bandiere e distintivi delle sigle politiche più disparate, dalla destra nazionalista all'estrema sinistra, fino agli ambientalisti. E tutti gridavano lo slogan del movimento: "Pompaj! Pompaj!" (Pompa! Pompa!) per esprimere la loro determinazione a non mollare. Molti indossavano una spilla con una mano insanguinata, simbolo del movimento, che ha adottato lo slogan "La corruzione uccide".
LA REAZIONE DEL GOVERNO E DEGLI ORGANIZZATORI
Intanto la polizia antisommossa presidiava i palazzi della politica. Nel tardo pomeriggio il ministero dell'Interno ha lanciato un "appello a tutti i partecipanti a preservare la pace (...) in uno spirito di responsabilità civica e nel rispetto delle leggi".
LA RICONOSCIBILITÀ DEI SUPPORTER E L'APPELLO DEGLI STUDENTI
Per proteggere la mobilitazione, gruppi di motociclisti, veterani e il servizio di sicurezza degli studenti hanno formato una rete di sicurezza attorno al corteo. In una dichiarazione pubblicata sui social media, ieri gli studenti avevano chiesto una protesta "calma e responsabile". "Lo scopo di questo movimento non è invadere le istituzioni, né attaccare coloro che non la pensano come noi", hanno scritto.
ACCUSE E RISPOSTE INTERNAZIONALI
Le manifestazioni sono diventate più tese da quando il governo ha accusato i dimostranti di essere pagati da agenzie straniere e di preparare azioni violente o addirittura una rivoluzione. L'Onu aveva invitato ieri le autorità serbe a non "interferire indebitamente" nella manifestazione e a "rispettare il pieno esercizio dei diritti alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di espressione".
LA REPLICA DEL PRESIDENTE VUCIC
"Siamo un Paese estremamente democratico", era stata la replica del presidente serbo, Aleksandar Vucic, "faremo tutto il possibile per rendere la manifestazione sicura". Per poi aggiungere: "Per essere chiari, sono il presidente di questo Paese e non permetterò alla piazza di dettare le regole". Parlando alla nazione, Vucic ha detto in serata che durante l'imponente manifestazione antigovernativa 22 persone sono state arrestate e altre 56 sono rimaste ferite, tra cui due poliziotti che hanno subito lesioni serie. Vucic ha fornito un aggiornamento sui feriti e ha spiegato che nessuno versa in condizioni serie e che coloro che in un primo momento erano apparsi gravi hanno in seguito presentato un quadro rassicurante. I 22 arrestati sono stati accusati di reati contro la proprietà e di aggressioni nei confronti di poliziotti e altre persone.
NON CI SARÀ ALCUNA RIVOLUZIONE COLORATA
Le autorità serbe hanno recepito il messaggio giunto dall'imponente manifestazione antigovernativa di oggi ma nel Paese non ci sarà alcuna 'rivoluzione colorata'. Lo ha dichiarato in tv il presidente serbo: "Abbiamo capito bene il messaggio e dovremo cambiare noi stessi, anche se spero che altri abbiano capito che i cittadini non vogliono rivoluzioni colorate. E' importante che i nostri figli vadano a scuola e che gli studenti tornino all'università - ha affermato Vucic -. La Serbia ha vinto, siamo riusciti a preservare la pace, per me è importante che siamo riusciti a difendere la Serbia".
Il presidente serbo si è detto soddisfatto che in una "grande protesta caratterizzata da enorme energia negativa, rabbia e furia" non si siano verificate vittime o feriti gravi. Vucic ha affermato che il servizio militare ha stimato che alla manifestazione di Belgrado abbiano partecipato 88.000 persone mentre la polizia ne ha stimate 107.000. "Un gran numero di persone è venuto dall'interno del Paese", ha aggiunto, "sono orgoglioso dei servizi delle forze dell'ordine, che hanno messo in sicurezza tutti i partecipanti". Il presidente serbo ha negato che la polizia abbia usato manganelli, anzi, "ha sopportato tutto", ha affermato.