AGI - L'ex capo dell'intelligence interna francese Bernard Squarcini, 69 anni, è stato condannato a quattro anni di carcere, due dei quali sospesi, e a una multa di 200.000 euro per aver utilizzato i suoi contatti di sicurezza al fine di ottenere informazioni riservate e privilegi a beneficio, in particolare, dell'amministratore delegato di Lvmh Bernard Arnault.
Squarcini - soprannominato "lo squalo" - è stato processato per undici reati, che vanno dal traffico di influenze passive all'appropriazione indebita di fondi pubblici, tra cui la compromissione di segreti della difesa nazionale, la falsificazione di documenti pubblici e la complicità nella violazione del segreto professionale.
Il tribunale ieri lo ha assolto da alcune accuse e ne ha riclassificate altre. In particolare, l'ex capo dell'intelligence francese è stato ritenuto responsabile di aver sorvegliato, tra il 2013 e il 2016, il giornalista Francois Ruffin e il suo giornale Fakir, proprio per conto del gruppo francese. All'epoca, Francois Ruffin, oggi deputato del gruppo ecologista e possibile candidato alle presidenziali nel 2027, stava girando il film 'Merci patron!' - premiato con il Cesar per il miglior documentario nel 2017 - e aveva intenzione di interrogare il Ceo del gruppo francese che controlla quasi due terzi del mercato della moda. Arnault, durante la sua testimonianza in udienza, non è mai stato accusato, ha sempre negato di essere a conoscenza di un piano a favore del suo gruppo, accusando addirittura Ruffin di "strumentalizzare" il processo. Subito dopo il verdetto, Ruffin ha sostenuto che con questa sentenza si è stabilito che "c’è stata collusione tra il colosso francese - primo in Europa per capitalizzazione - e l'ex numero uno dei servizi del Paese".
Secondo l'accusa, nel 2008 Squarcini ha incaricato indebitamente agenti della Direzione centrale dell'intelligence interna (Dcri) di sorvegliare "un uomo che (secondo lui) voleva ricattare Bernard Arnault", ottenuto informazioni segrete dalla polizia - anche sull'omicidio dell'avvocato Antoine Sollacaro, e avvalso delle sue conoscenze per facilitare le procedure di passaporto e di visto. Gli avvocati della difesa, che avevano invece chiesto l'assoluzione, hanno denunciato una "singolare mancanza di imparzialità" nella conduzione delle indagini da parte dei giudici istruttori, nonché una "mancanza di contraddittorio", annunciando che faranno appello.
Il tribunale penale di Parigi ha anche vietato a Squarcini di esercitare l'attività di intelligence e consulenza per cinque anni, mentre la parte definitiva della sua pena detentiva sarà scontata sotto un braccialetto elettronico. La corte ha inoltre sottolineato che Squarcini ha utilizzato i suoi poteri e i mezzi dello Stato "per soddisfare interessi privati", "progettato e convalidato un sistema di strettissima sorveglianza dell'attività e dei membri di un'associazione la cui esistenza era perfettamente legale".
Nel corso del processo, il rappresentante della procura della Repubblica aveva chiesto quattro anni di reclusione con la sospensione della condizionale della pena e una multa di 300.000 euro per Squarcini, un "alto funzionario emerito", colpevole secondo lui di "fatti estremamente gravi". Anche diversi agenti di polizia e consulenti di intelligence economica erano sotto processo insieme a Squarcini e sette di loro sono stati condannati a pene che vanno da sei mesi di carcere con sospensione condizionale a tre anni di carcere, due dei quali sempre con sospensione condizionale della pena, e una multa di 75.000 euro. Tra gli indagati c'erano anche l'ex magistrato della Corte d'appello di Parigi Laurent Marcadier e il prefetto Pierre Lieutaud. Entrambi sono stati assolti.