AGI - Non poteva che andare così: la decisione di Christie's di mettere all'asta un lotto di opere realizzate con l'ausilio dell'intelligenza artificiale ha scatenato le ire di una parte della comunità artisticam soprattutto per quanto riguarda la tutela del diritto d'autore. 'Augmented Intelligence' comprende circa venti pezzi e sarà disponibile online fino al 5 marzo e non è la prima volta che Christie's, come il suo concorrente Sotheby's, offre oggetti progettati con l'intelligenza artificiale, ma non ha mai dedicato un'intera asta a questo ambito espressivo.
"L'intelligenza artificiale è diventata sempre più presente nella nostra vita quotidiana", afferma Nicole Sales Giles, direttrice delle vendite di arte digitale presso la casa d'aste. "Più persone comprendono il processo e la tecnologia alla base dell'intelligenza artificiale e sono quindi più propense ad apprezzarla in un contesto creativo".
Molti modelli di intelligenza artificiale consentono oggi di generare, tramite una semplice query nel linguaggio di tutti i giorni, un disegno, un'immagine animata o un'immagine che assomiglia a una fotografia, ma in realtà l'uso degli algoritmi nel mondo artistico è antico quanto l'informatica moderna.
Christie's, ad esempio, propone un'opera del 1966 dell'americano Charles Csuri (1922-2022) che fu tra i pionieri della "computer art", si distinse per aver utilizzato un software per distorcere uno dei suoi disegni realizzati manualmente. "Gli artisti, le cui opere fanno parte di questa vendita, utilizzano l'intelligenza artificiale come complemento alla loro pratica artistica esistente", spiega Nicole Sales Giles.
La collezione comprende tele, sculture, foto e persino schermi giganti che mostrano opere interamente digitali. Tra i pezzi forti della vendita c’è "Emerging Faces" (stimato fino a 250.000 dollari) dell'americano Pindar Van Arman: una serie di nove dipinti frutto di una "conversazione" tra due modelli di intelligenza artificiale. Il primo dipinge un volto su una tela e il secondo si ferma quando riconosce una forma umana.
L'asta, com'era prevedibile, non piace a tutti ed è stata lanciata una petizione online per chiederne l'annullamento, ma senza successo. Molti dei lavori presentati "sono stati creati utilizzando modelli di intelligenza artificiale noti per aver fatto un uso non autorizzato di opere protette dalla legge sulla proprietà intellettuale", affermano i firmatari della petizione che ha raccolto più di 6.300 firme.
Ritengono che l'evento valorizzi la pratica, paragonandola a un "furto massiccio del lavoro di artisti umani". Nel 2023 diversi artisti hanno fatto causa a startup di intelligenza artificiale generativa, tra cui le popolari piattaforme Midjourney e Stability AI, accusandole di aver violato le leggi sulla proprietà intellettuale.
Ma cosa ne pensano gli artisti? Refik Anadol, grande nome dell'arte digitale che partecipa all'asta con la sua creazione animata "Machine Hallucinations", l'ha difesa sostenendo che "la maggior parte degli artisti coinvolti utilizza i propri dati e i propri modelli", senza attingere ad altre opere. Firmatario della petizione, l'illustratore Reid Southern, vorrebbe che venissero escluse almeno le opere che non utilizzano software o dati propri, una percentuale pari a un terzo dei lotti in vendita.
"Se si trattasse di dipinti ordinari", ha affermato, "e ci fosse un'alta probabilità che molti di essi fossero contraffatti, frutto di un furto o di qualche pratica discutibile, non sarebbe etico procedere con la vendita". "Non sono un avvocato esperto in proprietà intellettuale, quindi non posso esprimermi sulla legalità del procedimento", afferma Nicole Sales Giles, "ma l'idea che gli artisti prendano ispirazione dai loro predecessori non è nuova. Ogni nuovo movimento artistico suscita polemiche e critiche", aggiunge. "Midjourney è stato sviluppato utilizzando quasi tutto ciò che si trova su Internet", dice l'artista turco Sarp Kerem Yavuz, che ha utilizzato il software per comporre "Hayal", anch'esso battuto all'asta da Christie's. "Ci sono così tante informazioni utilizzate dal modello che non è possibile violare i diritti di proprietà intellettuale di alcun elemento in particolare". "Rubare a una o due persone sarebbe sbagliato, ma rubare a milioni di persone sarebbe accettabile?", replica Southern.