AGI - La parola ottimismo entra sempre con fatica nel lessico delle crisi mediorientali, ma oggi la speranza che la tregua a Gaza regga è un po' più forte. Dopo giorni di confusione su quanti ostaggi debbano essere liberati da Hamas entro le 12 di sabato per evitare "l'inferno" evocato dal presidente americano Donald Trump, oggi il portavoce del governo israeliano ha chiarito che sono tre, come pattuito.
"Tre ostaggi vivi devono essere rilasciati dai terroristi di Hamas sabato", ha spiegato nel pomeriggio, "se quei tre non vengono rilasciati, se Hamas non restituisce i nostri ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco terminerà".
Hamas dovrebbe consegnare domani la lista con i tre nomi per il tramite del Qatar. Sarà il primo ministro qatarino Al-Thani a trasmetterla al capo del Mossad, David Barnea, ha scritto il Jerusalem Post. Già dal mattino Hamas aveva assicurato di essere pronta a tenere fede all'intesa per la tregua. E lo stesso i mediatori di Egitto e Qatar, il cui ruolo secondo la stampa del Cairo è stato determinante nel convincere le parti a non far saltare il banco. Resta comunque l'insistenza del governo Netanyahu ad accelerare la restituzione di tutti gli ostaggi. Nei giorni scorsi in Israele si era parlato di nove persone da restituire, Trump era stato più perentorio chiedendo la liberazione di "tutti gli ostaggi".
E il governo continua a preparasi a qualsiasi opzione. Il primo ministro Benjamin Netanyahu si è riunito per ore al Comando Sud dell'Idf con i vertici militari per esaminare piani operativi utili ad affrontare diversi scenari, hanno riferito fonti dell'esercito.
Sul terreno la situazione resta comunque molto, molto tesa. L'esercito israeliano ha compiuto un raid aereo nella parte centrale della Striscia di Gaza per distruggere il lanciatore utilizzato per sparare un razzo nel pomeriggio. Il proietto, lanciato verso Israele, è invece ricaduto vicino a Nuseirat area e ha ucciso un ragazzino di 14 anni. Israele poi ha smentito di avere acconsentito a far entrare a Gaza alloggi prefabbricati e attrezzature pesanti per la rimozione delle macerie, come invece sostenuto da Hams. "Fake news", le ha bollate il portavoce del Primo Ministro Omer Dostri: "Al momento" nulla entra attraverso il valico di frontiera di Rafah, ma "le cose potrebbero cambiare nei prossimi giorni".
Potrebbero. Perché qualsiasi cosa sembri andare nella direzione di una pur vaga ricostruzione di Gaza è in controtendenza rispetto al piano di Trump di deportare i palestinesi dalla Striscia per farne un paradiso turistico. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha aspramente criticato l'idea.
"È una minaccia per la pace globale", ha detto, "il mondo arabo e islamico in questo momento critico non lasceranno sola la popolazione di Gaza. La Turchia fara' tutto quello che è in proprio potere per non far vivere ai palestinesi una seconda Naqba".
Un plauso a tutti coloro che si sono opposti al progetto è arrivato oggi da Hamas. "Apprezziamo la posizione di Egitto, Giordania, Arabia Saudita e di tutti i Paesi che si oppongono alla politica di sfollamento proposta da Trump", ha detto il portavoce, Hazem Qassem, "chiediamo che questa posizione sia adottata al prossimo vertice arabo, cosi' come all'incontro dei ministri degli Esteri dei paesi islamici".
E contro l'idea di una Palm Beach nella Striscia, è apparso oggi a tutta pagina sul New York Times un appello sottoscritto da 350 rabbini e diversi personaggi della cultura e dello spettacolo statunitensi. "Trump ha chiamato alla deportazione di tutti i Palestinesi da Gaza. Il popolo ebraico dice no alla pulizia etnica", si legge a caratteri cubitali sopra le firme, tra gli altri, dell'attore Joaquin Phoenix e delle sue sorelle Summer e Rain, e della scrittrice Naomi Klein.
Mentre la diplomazia si muove con difficoltà, la catastrofe umanitaria a Gaza continua, hanno ammonito oggi le Nazioni Unite. Nella regione è arrivata oggi la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che ha visitato il valico di Rafah a Gaza. "L'Europa continuerà a fare la sua parte", ha assicurato. E così l'Italia, con la decisione di accogliere 14 piccoli pazienti oncologici trasferiti da Gaza via Egitto, in un'operazione promossa dalla Farnesina e sostenuta dal ministero della Difesa. I piccoli pazienti saranno curati in diversi ospedali italiani.