Epifani, "l'Europa sia punto di mediazione tra l'approccio americano e quello cinese"
- Intelligenza artificiale
AGI - Il summit di Parigi sull'Intelligenza artificiale potrebbe portare a un approccio in grado di mediare tra quello iperliberista degli Stati Uniti e quello totalmente deregolamentato della Cina. E' l'auspicio di Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, alla vigilia dell'apertura dei lavori ai quali parteciperanno più di 100 leader mondiali e un migliaio di ospiti. "Per il momento, soprattutto in Europa, siamo stati molto impegnati a discettare sul sesso degli angeli, concentrandoci sull'etica dell'IA che è un falso problema" dice Epifani all'AGI, "il fatto che a Parigi ci sia un orientamento più basato su una dimensione industriale del settore lascia ben sperare, ma la strada è in salita perché le resistenze culturali e ideologiche sono forti".
Per Epifani finora si è indugiato su "discorsi sui massimi sistemi con approcci troppo luddisti", ma il summit di Parigi potrebbe essere l'occasione per passare "a un discorso serio come quello sul diritto d'autore, che ci fa capire come sia necessario rinegoziare alcuni elementi e dinamiche che davamo per consolidate". Il tema del diritto d'autore è stato sollevato già da quando è stato chiaro che i modelli di intelligenza artificiale si 'addestrano' sulla enorme quantità di contenuti disponibili in rete - dai romanzi alle opere teatrali, dalle fotografie alle sceneggiature, dagli articoli ai documentari - senza mai pagare un centesimo per il loro sfruttamento.
"Dobbiamo cambiare il modo in cui concepiamo il diritto d'autore che comunque resterà" aggiunge Epifani, che cita ad esempio l'aforisma secondo cui "la stampa a caratteri mobili ha liberato il libro e il libro ha liberato l'uomo". "La stampa era stata osteggiata perché trasformava uno strumento d'èlite in uno strumento di massa e la sua evoluzione è stata il diritto di copyright che non va confuso con quello d'autore. E' imprescindibile che si debba tutelare il diritto d'autore, ma sono del tutto laico rispetto al destino del 'diritto di copia' esercitato da intermediari come gli editori, il cui ruolo sta cambiando".
Epifani è contrario all'eccesso di normazione del settore: "L'IA rielabora contenuti per creare valore" dice "e la soluzione del compenso per lo sfruttamento di questi contenuti non sarà 'de iure' ma decisa dal mercato. Nel momento in cui cambiano i contesti sociali è il diritto che deve adeguarsi e invece spesso usiamo il diritto come argine all'innovazione. Siamo in una fase in cui quell'argine non regge e dobbiamo identificare quelle modalità di mercato che permetteranno a chi produce contenuti di guadagnare attraverso essi. Non sono avverso al diritto ma sono convinto che, se lo usiamo come unica leva, creeremo un effetto negativo".
Dal summit di Parigi Epifani spera possa uscire "un documento di politica economica". "DeepSeek dimostra che non servono 400 miliardi di dollari per mettersi alla pari nella gara per l'IA e paradossalmente è stata la startup cinese a rimettere in gioco l'Europa, con le sue scarse risorse e i suoi ricchi talenti". Con un 'ma': "In Europa mancano ancora l'approccio e l'orientamento a costruire una soluzione comune. Siamo in una fase di nazionalismi e il summit di Parigi potrebbe permettere di mettere al centro del dibattito quel tridente fatto da politica, economia e tecnologia. L'Europa potrebbe essere il punto di mediazione ideale tra l'approccio americano e quello cinese. Abbiamo l'opportunità di essere un laboratorio in cui si sviluppa un approccio che non sia troppo liberalizzato né troppo normato".