AGI - Come preannunciato nelle scorse settimane, il governo britannico ha varato oggi un nuovo pacchetto di norme sulla sicurezza delle frontiere, l'asilo e l'immigrazione. Tra le novità, l'introduzione del nuovo reato per i trafficanti di esseri umani di 'messa in pericolo di vite in mare', con una pena a cinque anni di carcere. Le misure presentate dal ministro dell'Interno Yvette Cooper sono largamente ispirate alla legislazione sulla sicurezza e l'antiterrorismo. Il nuovo reato di messa in pericolo di vite in mare potrebbe portare all'incriminazione non solo dei sospetti trafficanti, ma anche dei migranti che abbiano rifiutato il soccorso fuori delle acque britanniche.
La nuova legislazione "darà alle forze dell'ordine strumenti più potenti che mai per perseguire i trafficanti di esseri umani e impedire loro di organizzare attraversamenti" della Manica, si legge in una nota del ministero dell'Interno. Ai trafficanti sarà applicata la procedura antiterrorismo "che consente un intervento tempestivo per identificarli e perseguirli".
Lo scopo è bloccare il più possibile le partenze dalla Francia: in un solo mese, quest'anno, sono approdate in Gran Bretagna oltre 1.000 persone che hanno sfidato freddo e tempeste in mare. La polizia potrà arrestare una persona sospettata di possedere o condividere informazioni online con l'obiettivo di organizzare l'attraversamento della Manica, prima che il viaggio inizi, con pene fino a cinque anni. La polizia e gli agenti di frontiera potranno "sequestrare i telefoni, i computer portatili e altri dispositivi elettronici dei migranti alla frontiera, anche prima dell'arresto", per raccogliere informazioni sui contrabbandieri.
I sospetti contrabbandieri potranno essere soggetti a divieti di viaggio e a restrizioni sull'accesso ai loro telefoni cellulari, ai social network o ai propri conti bancari. I condannati per aver gestito o venduto parti di imbarcazioni rischiano fino a 14 anni di carcere. Il pacchetto mantiene alcune misure introdotte dai conservatori, tra cui forme di detenzione più lunghe per alcuni migranti e la limitazione dei tempi di permanenza nel Regno Unito per coloro che dichiarano di essere stati trafficati in schiavitù. Ma non il controverso piano per deportare migranti in Ruanda voluto dai precedenti governi conservatori.
"In due anni sono stati rimandati solo quattro volontari" in Ruanda, nonostante il progetto sia costato 700 milioni di sterline, ha ricordato il premier Keir Starmer. I laburisti hanno invece seguito la strada di accordi bilaterali e da luglio sono stati espulsi circa 16.400 migranti irregolari, il numero più alto dal 2018. Dura la reazione delle organizzazioni in sostegno dei richiedenti asilo.
"Siamo molto preoccupati per il fatto che, creando nuovi reati, molti rifugiati potrebbero essere perseguiti, cosa che in alcuni casi è già accaduta", ha sottolineato Enver Solomon, direttore esecutivo del Refugee Council. "Criminalizzare uomini, donne e bambini che sono fuggiti da conflitti in Paesi come il Sudan non interrompe il modello di business delle bande di trafficanti. Quando un rifugiato si arrampica su un'imbarcazione con un criminale armato che lo minaccia, non sta pensando alle leggi del Regno Unito, ma sta semplicemente cercando di restare in vita", ha ricordato.