AGI - L'accordo sulla tregua tra Israele e Hamas potrebbe essere siglato già domani o, al più tardi, mercoledì per poi entrare in vigore 48-72 ore dopo, ha confidato al Financial Times un diplomatico a conoscenza della trattativa. "Hanno trovato un accordo su tutte le questioni principali", ha affermato la fonte, "adesso stanno venendo discusse solo questioni logistiche o secondarie".
Netanyahu consulta il team negoziale. Trattative nella notte
Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta attualmente tenendo delle consultazioni con il team israeliano incaricato delle negoziazioni per la presa degli ostaggi e con i membri delle forze di sicurezza israeliane, lo scrive il Times of Israel. Il suo ufficio ha inviato un aggiornamento alle famiglie degli ostaggi, affermando che i colloqui a Doha sono in corso e che le parti stanno discutendo i dettagli finali necessari per raggiungere un accordo. I negoziati proseguiranno per tutta la notte, ha affermato l'ufficio di Netanyahu, aggiungendo che aggiorneranno le famiglie degli ostaggi il prima possibile.
Hamas ha accettato la bozza di accordo
Hamas ha accettato la bozza di accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo affermano due funzionari coinvolti nei colloqui secondo quanto riporta la stampa israeliana che cita l'agenzia Associated Press. Un funzionario israeliano afferma che sono stati fatti progressi, ma i dettagli sono in fase di definizione. Il piano dovrà essere sottoposto al governo israeliano per l'approvazione finale. La speranza è che si raggiunga l'obiettivo "molto presto": "Abbiamo raggiunto un punto in cui sono state affrontate le principali questioni che impedivano di raggiungere un accordo", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, esortando tuttavia alla cautela "finché non ci sarà un annuncio". Per il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, un'intesa è "sul punto" di essere conclusa, pochi giorni prima dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca.
Secondo fonti vicine ai colloqui, nella prima fase ci dovrebbe essere nell'arco di sei settimane il rilascio di 33 ostaggi tra bambini, donne, vecchi e malati, comprese cinque soldatesse, in cambio di un migliaio di detenuti palestinesi, compresi 150 che stanno scontando l'ergastolo per fatti di sangue. Durante questa prima fase di 42 giorni, le forze israeliane si ritirerebbero dai centri abitati, ai palestinesi sarebbe consentito di iniziare a tornare alle loro case nel nord di Gaza e ci sarebbe un'ondata di aiuti umanitari, con l'ingresso nella Striscia di circa 600 camion ogni giorno. L'accordo consentirebbe a Israele, in questo periodo, di mantenere il controllo del Corridoio Philadelphia al confine con l'Egitto, mentre invece è previsto il ritiro dal Corridoio Netzarim.
Nella seconda fase, i cui termini precisi verranno negoziati alla fine della prima, Hamas dovrebbe rilasciare gli ostaggi in vita rimanenti, principalmente soldati maschi, in cambio della scarcerazione di altri detenuti palestinesi e del ritiro completo delle forze israeliane da Gaza. In una terza fase, i corpi degli ostaggi rimasti verrebbero restituiti in cambio di un piano di ricostruzione di tre-cinque anni da realizzare a Gaza sotto la supervisione internazionale. Hamas ha fatto sapere di sperare in un "accordo chiaro e completo", aggiungendo di aver tenuto consultazioni con altre fazioni palestinesi e di averle informate dei "progressi compiuti". L
L'atteso via libera definitivo da parte del gruppo palestinese ancora non c'è stato, ha riferito al Jerusalem Post un funzionario israeliano, secondo il quale si discute ancora dei dettagli finali. Altre due fonti coinvolte nei negoziati hanno invece fatto sapere all'Associated Press che ha dato luce verde.Tensioni ci sono nel governo israeliano a causa dell'aperta opposizione dell'estrema destra all'accordo. Dopo il ministro delle Finanze Bezale Smotrich, che ieri ha annunciato che non sosterrà l'intesa perché è una "catastrofe per la sicurezza d'Israele", oggi è stata la volta del ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir.
Rivendicando di aver "più e più volte impedito quest'anno che l'accordo venisse concluso", il leader di Otzma Yehudit ha riconosciuto che il suo partito da solo oggi non può bloccare l'intesa e il suo ritiro dal governo "non ne impedira' l'attuazione". Da qui l'appello a Smotrich a unire le forze per bloccarlo e nel caso lasciare insieme l'esecutivo se l'operazione non dovesse riuscire. Intanto Netanyahu ha incontrato rappresentanti del Forum dei familiari degli ostaggi per aggiornarli sulla situazione.
La Jihad istamica a Doha per colloqui sui dettagli finali
La Jihad islamica palestinese ha annunciato che una delegazione di alto livello arriverà a Doha questa sera per partecipare ai colloqui riguardanti i dettagli finali dell'accordo su Gaza. Si ritiene che il gruppo abbia in mano un certo numero dei 98 ostaggi ancora prigionieri a Gaza.