AGI - Gli Emirati Arabi Uniti hanno discusso con Israele e gli Stati Uniti una loro possibile partecipazione nell'autorità provvisoria che, dopo una tregua, si occuperà dell'amministrazione e della ricostruzione della Striscia di Gaza finché una Autorità Nazionale Palestinese riformata non sarà in grado di occuparsene. È quanto hanno riferito a Reuters funzionari a conoscenza dei colloqui riservati, nei quali è stata discussa l'ipotesi di affidare ad alcuni Paesi terzi, tra cui gli Emirati e gli Stati Uniti, la gestione della fase successiva al cessate il fuoco nel territorio palestinese, devastato da quindici mesi di guerra.
Gli Emirati Arabi Uniti sono tra i pochi Stati arabi a coltivare rapporti diplomatici con Israele e hanno una stretta collaborazione militare con gli Stati Uniti. L'iniziativa di Abu Dhabi, hanno spiegato i diplomatici a Reuters, è sorta dalla crescente frustrazione della comunità internazionale per la riluttanza del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a delineare un piano concreto per il futuro di Gaza. Le proposte emiratine appaiono però destinate al momento a venire respinte da Tel Aviv, in quanto prevedono la costituzione di uno Stato palestinese indipendente, prospettiva rifiutata da Netanyahu.
"Gli Emirati Arabi Uniti non parteciperanno a nessun piano che non includa una riforma significativa dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp), il suo rafforzamento e la creazione di una tabella di marcia credibile verso uno Stato palestinese", ha dichiarato all'agenzia un funzionario emiratino, "questi elementi, che attualmente mancano, sono essenziali per il successo di qualsiasi piano post-Gaza". Abu Dhabi chiede prima di tutto un cambio al vertice dell'Anp, giudicata corrotta e inefficiente. I continui sprechi hanno portato molti donatori a stringere i cordoni della borsa e l'attuale primo ministro palestinese, Mohammad Mustafa, entrato in carica a marzo con l'impegno di riformare l'autorità, si è ritrovato a gestire una situazione finanziaria in sfacelo.
I funzionari emiratini hanno spiegato a Reuters di voler sostituire Mustafa con una personalità come Salam Fayyad, un ex funzionario della Banca Mondiale che aveva guidato il governo dell'Anp dal 2007 fino al 2013, quando si dimise in seguito a uno scontro con il presidente Abu Mazen, che rimane in carica. L'Autorità Nazionale Palestinese è stata istituita tre decenni fa in base agli Accordi di Oslo del 1993-1995, firmati da Israele e palestinesi, ed è dotata di un'autorità limitata alla Cisgiordania e a Gaza. L'Anp esercita ormai un certo ruolo solo nella Cisgiordania occupata da Israele, dopo essere stata cacciata da Gaza nel 2007 dai miliziani islamisti di Hamas dopo una breve guerra civile.
Quanto alla gestione della sicurezza, riferisce Reuters, è stata sollevata l'ipotesi di affidare a contractor militari compiti di polizia ma alcuni diplomatici occidentali si sono opposti, ricordando le controversie sorte in passato dal loro impiego in scenari bellici mediorientali.