AGI - Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala ha incontrato la premier Giorgia Meloni. Un incontro che segue il vertice sulla situazione della giornalista italiana detenuta in Iran, dallo scorso 19 dicembre, a cui hanno partecipato, oltre alla premier, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e i rappresentanti dei servizi di intelligence.
Al termine del vertice Palazzo Chigi ha diffuso una nota stampa in cui si legge che "il governo conferma l’impegno presso le autorità iraniane per l’immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana. Per quanto riguarda Mohammad Abedini, che è al momento in stato di detenzione cautelare su richiesta delle autorità degli Stati Uniti, il governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali".
"Il Sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini, a riferire al COPASIR già domani mattina, e quindi per suo tramite al Parlamento. - continua la nota - Nel corso del pomeriggio, inoltre, il Presidente Meloni ha avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia, e ha incontrato a Palazzo Chigi la madre, Elisabetta Vernoni".
La mamma di Cecilia: prima preoccupazione condizioni di vita di mia figlia
"Va male, è ovvio però questo incontro mi ha aiutato, avevo il bisogno di guardarsi negli occhi anche tra mamme su cose di questo genere..." Sono le prime parole di Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, che ha incrociato i cronisti lasciando Palazzo Chigi.
"La premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre. È stata più precisa e più puntuale ed è questo che io volevo e questo ho avuto" e alla domanda sulla "soddisfazione" dell'incontro ha risposto "Ovviamente si', nel senso in questo momento, è ovvio che i miei umori... Ieri è stato un momento di cambio d'umore forte, però assolutamente si'", ha risposto.
"Dopo ieri non ho sentito più mia figlia. Non sono frequenti le telefonate. Ieri è stato un regalo. Arrivano così inaspettate, quando vogliono loro. Quindi io sono li' solo ad aspettare la telefonata... Purtroppo avrei voluto notizie più rassicuranti da parte sua e invece nelle domande che ho fatto... Le ho chiesto: 'Hai un cuscino pulito dove appoggiare la testa?' Lei mi ha risposto: 'Mamma non ho un cuscino'". Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, esprime così preoccupazione per le condizioni carcerarie della giornalista italiana detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso. La donna ha conversato con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi dopo essere stata ricevuta dalla premier Giorgia Meloni.
"La prima preoccupazione adesso sono assolutamente le condizioni di vita carceraria di mia figlia. Si è parlato di cella singola. Non esistono le celle singole. Esistono le celle di detenzioni comuni e poi ci sono le celle di punizione. Lei è in una di queste evidentemente. Io non lo so come sono, ma se una dorme per terra mi fa pensare che nel 2024 si chiami cosi'. Quindi la prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria" ha spiegato ai cronisti.
Tajani: "Mi auguro tempi non lunghi per il rilascio"
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha auspicato "tempi non lunghi" per la liberazione della giornalista Cecilia Sala, rinchiusa nel carcere di Evin a Teheran dal 19 dicembre.
"Lavoriamo come abbiamo lavorato per Alessia Piperno che siamo riusciti a riportare in Italia dopo 45 giorni di detenzione", ha detto Tajani intervistato su Retequattro nel programma Zona Bianca. "Mi auguro che i tempi siano i più brevi possibili", ha proseguito, "non dipende da noi, non è neppure una carcerata in condizione di detenzione, ma è fermata e quindi non c'è ancora un capo di imputazione e un processo incardinato".
"Vediamo quali saranno i tempi", ha concluso, "stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere. La presidenza del Consiglio, il ministero degli Esteri e l'intelligence, tutti stiamo lavorando 24 ore su 24 per riportare Cecilia a casa".
Tajani: "Domani l'ambasciatrice sarà convocata a Tehran"
Domani mattina l'ambasciatrice d'Italia in Iran, Paola Amadei, "è stata convocata al ministero degli Esteri a Teheran e vedremo cosa diranno gli iraniani ma noi non possiamo accettare che ci sia una condizione di detenzione di Cecilia Sala che non sia rispettosa dei diritti della persona e per questo torniamo a chiederne l'immediata liberazione". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Zona Bianca su Retequattro. "L'ambasciatrice ha chiesto una seconda visita consolare e Cecilia Sala ha avuto più di una volta la possibilità di fare chiamate alla famiglia, ma questo non è sufficiente, serve che in cella vengano rispettati i suoi diritti, come un letto e la possibilità di leggere".
In Iran "Cecilia Sala è detenuta senza nessun motivo e in attesa della sua liberazione abbiamo chiesto sia trattata come vanno trattati i detenuti. Ancora non ha le condizioni di detenzione che ci avevano assicurato e chiediamo venga rispettata la sua dignità, questa è una priorità". Ha aggiunto Tajani a Zona Bianca su Retequattro.
L'ambasciatore iraniano convocato alla Farnesina
L'ambasciatore iraniano in Italia è stato convocato alla Farnesina su disposizione del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l'ambasciatore iraniano a Roma", ha scritto Tajani su X, "L'incontro avverrà alle ore 12. Il Governo, come dal primo giorno dell'arresto di Cecilia Sala, lavora incessantemente per riportarla a casa e pretendiamo che vengano rispettati tutti i suoi diritti. Fino alla sua liberazione, Cecilia e i suoi genitori non saranno mai lasciati soli".
La Farnesina chiede nuove visite consolari in carcere
La Farnesina ha chiesto all'ambasciatore iraniano in Italia che Teheran garantisca condizioni rispettose dei diritti umani a Cecilia Sala e nuovi accessi e visite consolari, oltre al fatto che venga assicurata la consegna di beni di conforto.
Le richieste sono state presentate all'ambasciatore Mohammad Reza Sabouri dal segretario generale della Farnesina, ambasciatore Riccardo Guariglia, che su indicazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani lo aveva convocato al Ministero. Nell'incontro, durato circa un'ora, da parte italiana è stata chiesta la "liberazione immediata della connazionale, giunta in Iran con regolare visto giornalistico" - si legge in una nota - e di "garantire piena assistenza consolare permettendo all'ambasciata d'Italia a Teheran di visitarla e di fornirle i generi di conforto che finora le sono stati negati".
Sala: "Dormo per terra e mi hanno anche tolto gli occhiali"
"Dormo per terra in cella e mi hanno tolto anche gli occhiali". Secondo il Corriere della Sera, è uno dei passaggi delle tre chiamate - alla madre, al padre e al compagno - concesse ieri, primo giorno dell'anno, a Cecilia Sala, giornalista del Foglio e di Chora Media, arrestata il 19 dicembre e rinchiusa nel carcere di Evin.
"Tratteremo la reporter italiana in modo dignitoso", avevano promesso le autorità di Teheran ma secondo il quotidiano milanese a Sala "è riservato lo stesso trattamento delle prigioniere politiche che affollano le celle del carcere simbolo della repressione della Repubblica islamica". Come raccontato a chi ha potuto sentirla, "nella cella lunga quanto lei sdraiata, Cecilia non ha un materasso e dorme per terra, su una coperta. Ne ha un'altra per proteggersi dal freddo di Evin e congela. Non vede nessuno dal 27 dicembre, dal giorno in cui ha incontrato l'ambasciatrice Paola Amedei".
E ancora: "non vede nemmeno le guardie che la spiano e la controllano, perché le passano il cibo - molti datteri - da una fessura della porta. Non ha ricevuto nessun pacco. Nessun panettone. Nessun cioccolato, né sigarette, né maglioni, né i quattro libri che già immaginavamo tra le sue mani, né la mascherina per proteggersi dalla luce al neon accesa 24 ore su 24, né beni di prima necessità. Anzi: a Cecilia Sala sono stati confiscati gli occhiali da vista". "Fate presto", ha detto la giornalista nella prima chiamata dopo l'arresto. Lo ha ripetuto anche ieri: "fate presto".
Italia Viva: governo incontri tutte le opposizioni
"Siamo al fianco della mamma di Cecilia Sala, Elisabetta e di tutta la sua famiglia. Non è vero, come ha detto il ministro degli Esteri nei giorni scorsi, che Cecilia è trattata bene: far dormire per terra una giornalista in un carcere come quello di Evin è un fatto terribile e gravissimo. Il governo ha il dovere di fare tutto il possibile per portarla a casa al più presto. Anche coinvolgendo le opposizioni, non limitandosi solo al Copasir con Mantovano ma facendo un incontro tra Giorgia Meloni e le opposizioni cosi' come chiesto stamani da alcune forze fra cui Italia Viva". Lo afferma in una nota Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva.