AGI - La Commissione europea ha dichiarato che l'interruzione del transito del gas russo attraverso il territorio ucraino verso l'Ue era "prevista" e ha ribadito che il blocco è "pronto" a sostituire la fornitura ai paesi più colpiti attraverso quattro rotte alternative.
"L'interruzione del flusso (del gas russo) attraverso l'Ucraina il 1 gennaio è una situazione prevista e l'Ue è preparata", sottolineano fonti comunitarie secondo cui l'istituzione ha lavorato "per più di un anno" con gli Stati membri per prepararsi a tale scenario. L'infrastruttura europea del gas è "abbastanza flessibile" da trasportare gas da diverse fonti attraverso "percorsi alternativi", spiegano le fonti, aggiungendo poi che il blocco è stato anche rafforzato con "nuove significative capacità di importazione di GNL (naturale liquefatto) a partire dal 2022".
L'Esecutivo comunitario ha inoltre sottolineato che la sicurezza energetica dell'Ue è stata rafforzata negli ultimi anni anche con lo sviluppo delle energie rinnovabili e con misure volte a migliorare l'efficienza energetica. Bruxelles ha già comunicato che l'impatto della fine del transito del gas russo attraverso l'Ucraina sarà limitato sia in termini di volumi che di portata e, in particolare, spera di supplire attraverso quattro rotte alternative da Germania, Italia, Polonia, Grecia e Turchia. La rete del gas ucraina è collegata a Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia, ma i volumi dalla Russia all'Ue sono stati ridotti "drasticamente" da quando Mosca ha diminuito il transito nel 2022 dopo l'invasione dell'Ucraina.
Secondo un documento preparato dalla Commissione europea per la riunione dei Ministri dell'Energia dell'UE nel dicembre 2024, nel 2023 il blocco ha ricevuto complessivamente 14,65 miliardi di metri cubi di gas, rispetto ai 40 miliardi di prima della guerra, mentre al 1 dicembre 2024 ne erano arrivati 13,7 miliardi. Attualmente solo la Repubblica Ceca, l'Ungheria, l'Italia, la Slovenia, l'Austria e la Slovacchia continuano ad approvvigionarsi del gas russo che transita attraverso l'Ucraina, ma gli ultimi due saranno i più colpiti perché rappresenta circa il 60% della loro domanda.
La prima rotta alternativa di Bruxelles è quella attraverso la Germania grazie alla "recente e significativa espansione" dei terminali GNL e alle importazioni di gas tramite gasdotti da Norvegia, Paesi Bassi e Belgio. Dalla Germania ulteriori volumi di gas potrebbero essere convogliati in Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia attraverso le infrastrutture già esistenti.
Il secondo faciliterebbe l'accesso del gas norvegese e del GNL dagli Stati Uniti e dall'Ucraina dalla Polonia alla Slovacchia attraverso l'interconnessione tra i due Paesi e da li' alla Repubblica Ceca, Austria, Ungheria e Ucraina.
Con una terza alternativa, invece, il gas verrà trasportato dall'Italia all'Austria e poi in Slovacchia e Slovenia solo tenendo conto delle capacità attuali. Infine, la cosiddetta rotta transbalcanica può trasportare il gas dalla Grecia, dalla Turchia e dalla Romania verso nord per rifornire non solo i Paesi dell'Europa centrale e orientale, ma anche l'Ucraina e la Moldavia, grazie alle interconnessioni tra Grecia, Bulgaria, Romania, Ungheria, Moldavia, Ucraina e Slovacchia.