AGI - Questa sera, per l'ottava volta dal suo arrivo all'Eliseo, il presidente Emmanuel Macron si rivolgerà ai francesi con il tradizione discorso televisivo di Capodanno e di auguri per il 2025, nella speranza di voltare pagina su un 2024 nero e complesso per la politica e l'economia nazionale.
Per gli analisti, dovrebbe essere un messaggio dal tono diverso rispetto a quelli pronunciati dal 2017 in poi, come conseguenza della perdita di consenso popolare e delle difficoltà non solo istituzionali sempre maggiori.
"Prima era un presidente che governava", dando slancio alle politiche pubbliche che hanno occupato una parte importante del discorso di Capodanno, ha spiegato ai media un consigliere politico anonimo, prospettando che ora avrà "più un ruolo da garante". Nonostante la nomina a Matignon, il 13 dicembre, del suo storico alleato, il centrista Francois Bayrou, ultimo sussulto di un anno politico costellato di crisi, Macron intenderebbe quindi mantenere un atteggiamento più ritirato di "presidente che presiede", lasciando che sia il governo a governare.
Una nuova linea osservata da quando la coalizione presidenziale ha perso le elezioni legislative anticipate della scorsa estate, successive allo scioglimento dell'Assemblea nazionale.
"L'ombra dello scioglimento peserà sugli auguri per il 2025", perché il presidente "è davvero messo alle strette" e deve cercare di "ridare slancio" al suo secondo mandato, ha spiegato Philippe Moreau Chevrolet, professore di comunicazione a Sciences Po. Se già all'inizio di dicembre Macron ha anticipato un timido mea culpa, questa sera proverà forse ad aprire nuove prospettive, ad allontanare richieste e speculazioni dei suoi avversari che ritengono inevitabili le sue dimissioni prima della fine del suo mandato, nel 2027.
Un anno fa, durante i suoi saluti di fine anno, il presidente della Repubblica annunciava un anno di "orgoglio francese", con l'80esimo anniversario dello sbarco alleato in Normandia, i Giochi olimpici di Parigi e la riapertura di Notre-Dame, solo cinque anni dopo l'incendio. Tante scommesse riuscite. Ma aveva anche parlato di un anno di "riarmo della Nazione" per affrontare le sfide che verranno.
Nel 2024 non sono state mantenute le promesse, tra crisi politiche e sfide a ripetizione: protesta contadina senza precedenti, rivolte in Nuova Caledonia, battuta d'arresto della reindustrializzazione del Paese e cattiva gestione delle finanze pubbliche. L'anno si chiude nella desolazione e la rabbia a Mayotte, devastata dal ciclone Chido.
A livello internazionale, la guerra continua in Ucraina e a Gaza, anche se Macron ha ottenuto alcuni successi diplomatici, contribuendo a un cessate il fuoco in Libano tra Israele e il movimento sciita Hezbollah, o riunendo all'Eliseo il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.
Sul piano politico, il tentativo di rilancio con la nomina del giovane Gabriel Attal a Matignon a gennaio non ha dato i suoi frutti, e il campo macronista ha subito una dura sconfitta alle elezioni europee di giugno, molto indietro rispetto al Raggruppamento Nazionale (Rn) di Marine Le Pen.
Poi la decisione a sorpresa di sciogliere il Parlamento, aprendo la più grave crisi politica della V Repubblica. Senza una maggioranza all'Assemblea nazionale, frammentata in tre blocchi che non vanno d'accordo, il Paese sembra ingovernabile oltre a entrare nel 2025 senza un bilancio votato nonostante un deficit pubblico significativo.
Di ritorno da alcuni giorni di riposo al Forte Bregancon (sud), il presidente dovrebbe evocare queste "difficoltà geopolitiche e politiche interne", secondo il suo entourage. Ma nel suo discorso alla nazione dovrebbe anche attenersi alle "grandi questioni", senza dettare soluzioni come ha fatto, invece, in passato.