AGI - La donna che ha accusato il producer Jay-Z di averla stuprata quando lei aveva 13 anni può restare anonima. Lo ha deciso la giudice del tribunale di New York, Analisa Torres, respingendo la richiesta dell'avvocato di Jay-Z, Alex Spiro, che aveva chiesto di rendere pubblico il nome della accusatrice. La donna, citata nella causa con il nome legale di 'Jane Doe', l'equivalente di Maria Bianchi, ha accusato Jay-Z, il cui vero nome è Sean Carter, di averla stuprata più di una ventina di anni fa durante un dopo party, assieme al rapper e producer Sean 'Diddy' Combs.
L'accusatrice sostiene di essere stava avvicinata dall'autista della limo di Combs, che l'aveva invitata a un dopo party mentre lei stava cercando di entrare all'evento degli Mtv Video Music Awards, a New York. Quando era arrivata alla festa, alla ragazzina sarebbe stato chiesto di firmare un accordo di riservatezza. Nella denuncia la donna sostiene di essere stata drogata e poi aggredita da Combs e da Jay-Z. I due hanno respinto ogni accusa.