AGI - Dominique Pelicot, accusato di aver permesso a decine di uomini di violentare la moglie mentre era sedata, è stato dichiarato colpevole dal tribunale di Vaucluse (Avignone) ed è stato condannato a 20 anni di carcere. "Signor Pelicot, lei è riconosciuto colpevole di stupro aggravato contro la persona di Gisele Pelicot", ha dichiarato il presidente del tribunale di Vaucluse (Avignone), Roger Arata, che poco dopo ha annunciato l'entità della pena.
Il processo vedeva alla sbarra cinquanta uomini oltre a Dominique Pelicot più un altro che non ha violentato Gisele Pelicot ma ha ripetutamente abusato anche della propria moglie con l'aiuto dello stesso Pelicot. Più di 20 altri sospettati rimangono in libertà poiché gli investigatori non sono riusciti a identificarli prima dell'inizio del processo. L'accusa ha chiesto da 10 a 18 anni di carcere per i 49 imputati accusati anche di stupro aggravato. Uno di questi è latitante e processato in contumacia. Un altro imputato, che deve affrontare l'accusa minore di palpeggiamento, rischia fino a quattro anni di carcere.
Gli uomini coinvolti hanno poco in comune tra loro: la loro età varia dai 26 ai 74 anni, alcuni hanno figli e alcuni sono stati condannati per altri reati. Prima dei verdetti, agli uomini accusati insieme a Pelicot era stata data la possibilità di rilasciare dichiarazioni finali e circa la metà di essi ha semplicemente detto di non avere "niente da aggiungere".
Una quindicina ha chiesto perdono a Gisèle e uno di loro, che si è recato sei volte a casa della famiglia Pelicot e per il quale l'accusa ha chiesto 16 anni di carcere, ha annunciato che "qualunque sia la sentenza" non farà appello "per rispetto della vittima, in modo che non debba sopportare" un nuovo processo. Tra di loro ci sono un infermiere, un giornalista, una guardia carceraria, un consigliere, un soldato, camionisti e braccianti agricoli.
I figli di Gisèle Pelicot, David, Caroline e Florian erano in tribunale per ascoltare il verdetto insieme alla madre. Dominique Pelicot, descritto come il peggior predatore sessuale della storia francese recente, si definiva un padre di famiglia. Gli piaceva andare in bicicletta nella campagna francese la domenica, portava suo figlio e suo nipote alle partite di calcio ed era attento a non dimenticare di festeggiare i compleanni.
"I miei genitori avevano questo talento nell'organizzare feste di compleanno a sorpresa per noi", ha detto il figlio maggiore, David, "Tutti i nostri amici erano lì, e i miei amici dicevano quanto fossi fortunato ad avere un padre così. Tutti lo adoravano in quelle feste, i miei amici lo vedevano come un modello. Ballava con i miei amici, si sedeva a mangiare con i miei amici, e oggi quegli amici non capiscono cosa sta succedendo". Pelicot è stato anche condannato per aver realizzato e distribuito foto e immagini a sfondo sessuale non solo della moglie, ma della figlia Caroline e delle mogli dei suoi figli.
Alla lettura delle sentenze, Gisele ha guarda gli imputati - incluso il marito - mentre si alzavano e ascoltavano, ma senza una vera reazione da parte sua o dei suoi figli: solo qualche sussurro tra di loro. Ma quando è stata annunciata la condanna a 20 anni, la donna ha appoggiato la testa al muro, mentre il marito è scoppiato in lacrime curvo sulla sedia.
Le condanne emesse nel caso Pelicot sono state, a eccezione di quella a 20 anni per il marito, generalmente di almeno un paio di anni inferiori a quanto richiesto dai pubblici ministeri. La lettura delle sentenze si è svolta in un clima di calma, come riporta la Bbc: solo le madri di due condannati sono scoppiate in lacrime.
Ecco le pene inflitte dal tribunale di Avignone ad alcuni complici di Pelicot: Patrice Nicolle - otto anni, Gregory Serviol - otto anni, Abdelali Dallal - otto anni (libero per problemi di salute dovrà essere rinchiuso in una prigione speciale), Jean-Luc LA - 10 anni, Quentin Hennebert - sette anni, Jean-Marc LeLoup - sei anni, Patrick Aron - sei anni (libero per problemi di salute dovrà essere rinchiuso in una prigione speciale), Mohamed Rafaa - otto anni, Mahdi Daoudi - otto anni, Ahmed Tbarik - otto anni, Adrien Longeron - sei anni, Jerome Vilela - tredici anni, Didier Sambuchi - cinque anni, Karim Sebaoui - dieci anni, Vincent Coullet - dieci anni, Saifeddine Ghabi - tre anni, Romain Vandevelde - quindici anni, Ludovick Blemeur sette anni, Cedric Grassot - dodici anni, Cendric Venzin - nove anni, Hassan Ouamou - dodici anni (latitante in Marocco).
I figli di Gisele Pelicot hanno espresso il loro disappunto per le condanne inflitte ai 51 imputati. "I ragazzi sono delusi dalle condanne basse" - tra i 3 e i 20 anni di carcere - inferiori a quelle richieste dalla procura, ha commentato un familiare, che ha chiesto l'anonimato. Nessuno di loro ha voluto parlare con il padre condannato a 20 anni di prigione.
Gisèle Pelicot, "penso alle vittime non riconosciute"
Dopo la condanna a 20 anni per l'ex marito e altre pene per decine di suoi complici, il primo pensiero di Gisèle Pelicot è andato alle vittime non riconosciute di violenze sessuali, pur dicendo di avere fiducia in un futuro di armonia tra donne e uomini. "Penso alle vittime non riconosciute, le cui storie spesso rimangono nell'ombra. Voglio che sappiate che condividiamo la stessa lotta", ha detto la vittima di stupri di massa orchestrati dal marito e attuati da decine di uomini 'reclutati' su Internet. Nonostante l'orrore subito per anni e anni, Pelicot ha sottolineato di avere "ora fiducia nella nostra capacità di cogliere collettivamente un futuro in cui tutti, donne e uomini, possano vivere in armonia, con rispetto e comprensione reciproca". Le sue parole gentili e ottimiste sono contenute in una breve dichiarazione rilasciata dopo la sentenza pronunciata al termine del processo di Mazan, che per oltre tre mesi ha sconvolto la Francia e trasformato Gisèle Pelicot in un'eroina femminista.