AGI - "È stato un incontro proficuo, d'altronde ogni volta che incontro il Santo Padre è come rincontrare un vecchio amico". Sono le prime parole di Abu Mazen, presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, all'Osservatore Romano, dopo il colloquio a porte chiuse con Papa Francesco. Una udienza durata mezz'ora al centro della quale è stata affrontata la drammatica situazione umanitaria a Gaza. Ma è stato espresso anche l'auspicio per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi.
Parlando con l'agenzia ufficiale palestinese Wafa, il presidente ha riferito di aver evidenziato "la necessità di ritirare le forze di occupazione dall'intera Striscia di Gaza e di accelerare l'ingresso degli aiuti umanitari per evitare il rischio di un grave disastro umanitario nella Striscia". Il capo dell'Anp ha posto inoltre l'accento sull'importanza "di mobilitare gli sforzi per sostenere il tentativo dello Stato di Palestina di ottenere la piena adesione alle Nazioni Unite, nonché di ottenere un maggiore riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina".
"Ho ringraziato il Santo Padre per le sue continue parole in favore di una pacificazione dell'intero Medio Oriente e per la solidarietà che sempre esprime verso le vittime civili palestinesi della guerra in corso a Gaza", ha detto all'Osservatore Romano. "Ho chiesto che continui a favorire il riconoscimento dello Stato Palestinese nella comunità internazionale. Non c'è alternativa alla soluzione dei 'due stati' se si vuole veramente raggiungere la pace", ha detto Abu Mazen che domani ha in calendario gli incontri con la premier italiana Giorgia Meloni e con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il presidente palestinese in più occasioni passate ha voluto sottolineare il carattere multireligioso dello stato palestinese e l'apprezzamento per il ruolo che vi svolgono i cristiani in Terra Santa. Così come ha espresso l'auspicio che i cristiani, pur nelle difficili condizioni di vita nei territori occupati da Israele, rimangano nella loro terra, tanto per la viva energia culturale che esprimono, quanto più la garanzia di pluralismo religioso che garantiscono. Infine al quotidiano d'Oltretevere Abu Mazen ha voluto ricordare i precedenti incontri con Papa Francesco, e in particolare quello del 9 giugno di dieci anni fa, nel corso del quale, insieme al suo omologo israeliano di allora Shimon Peres, venne piantato un albero di ulivo nei giardini vaticani. Un evento che ha definito "storico" e che rimane nella sua "memoria e dell'intero popolo palestinese".