AGI - L'immagine di un bambino di pochi anni che si aggira spaurito tra le celle aperte della famigerata prigione di Saydnaya dà la misura del dramma e del caos nella capitale siriana. La voce che i detenuti erano rinchiusi in celle sotterranee nascoste si è sparsa subito dopo la presa di Damasco da parte dei ribelli islamisti e subito i familiari dei prigionieri si sono riversati nei corridoi alla ricerca dei propri cari.
Un video mostra un uomo usare una specie di palo per abbattere un muro, rivelando uno spazio buio. In altri filmati si vedono i prigionieri che vengono liberati, tra cui il bambino piccolo detenuto con la madre. L'Associazione turca dei detenuti e degli scomparsi nella prigione di Sednaya (ADMSP) ha pubblicato un video di donne che vengono liberate e mentre una voce le rassicura che "lui è caduto" e "non bisogna più avere paura".
Migliaia di sostenitori dell'opposizione sono stati torturati e giustiziati sotto il regime di Assad e il gruppo di difesa civile siriano noto come Caschi Bianchi sta indagando sui resoconti dei sopravvissuti di Saydnaya dopo aver mandato cinque "team di emergenza specializzati" per scoprire le celle nascoste dove alcuni prigionieri stavano soffocando per la mancanza di ventilazione. Il governatorato di Damasco ha fatto appello sui social agli ex soldati e agli operatori carcerari del regime affinché forniscano alle forze ribelli i codici per le porte elettroniche sotterranee che non sono stati in grado di aprire.
Searching the secret dungeons of Sednaya Prison. https://t.co/qR9xZiQbfD pic.twitter.com/mmaciefeD7
— Çağatay Cebe (@Mucagcebe) December 8, 2024
Durante la guerra civile, iniziata nel 2011, le forze governative hanno tenuto centinaia di migliaia di persone in campi di detenzione. Il gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) ha detto di aver liberato più di 3.500 detenuti dalla prigione militare di Homs e domenica mattina, ha annunciato la "fine dell'era della tirannia nella prigione di Saydnaya", diventata un sinonimo degli abusi più terribili commessi dal regime.
Un rapporto del 2022 di ADMSP definisce Saydnaya "un campo di sterminio" e stima che più di 30.000 detenuti sono stati giustiziati o sono morti a causa di torture, mancanza di cure mediche o fame tra il 2011 e il 2018. Citando i resoconti dei pochi detenuti rilasciati, almeno altri 500 detenuti sono stati giustiziati tra il 2018 e il 2021. Nel 2017, Amnesty International ha descritto Saydnaya come un "mattatoio umano" dove le esecuzioni erano autorizzate ai massimi livelli del governo di Assad. Il governo a quel tempo ha respinto le affermazioni di Amnesty come "infondate", insistendo sul fatto che tutte le esecuzioni in Siria seguivano il giusto processo.