AGI - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà una riunione d'emergenza oggi pomeriggio sulla Siria, in seguito alla caduta del presidente Bashar al-Assad, fuggito a Mosca con la famiglia, hanno dichiarato domenica diverse fonti diplomatiche all'AFP. Le consultazioni, che si svolgeranno a partire dalle 15, sono state richieste domenica dalla Russia. Una coalizione di ribelli siriani, che va dai filoturchi ai jihadisti, ha preso il potere e costretto Assad a lasciare il Paese. Il Cremlino ha confermato che il presidente russo Vladimir Putin ha concesso asilo all'ex dittatore e alla sua famiglia.
Muhammad al-Bashir sarà incaricato di formare un nuovo governo per gestire la fase di transizione. Lo riporta Al-Jazeera, secondo cui il nome è emerso durante un incontro tra il comandante del dipartimento operativo dell'opposizione armata, Ahmed Al-Sharaa, lo stesso Al-Bashir, e l'attuale premier, Muhammad Al-Jalali. Al nuovo capo dell'esecutivo spetterà il compito di definire le modalità del trasferimento dei poteri ed evitare che la Siria precipiti nel caos.
Dopo aver preso Damasco, l'opposizione armata siriana controlla completamente la provincia di Latakia, dove si trovano le basi militari russe, ha fatto sapere all'agenzia russa Tass una fonte nella provincia siriana. "Da ieri l'opposizione controlla completamente la provincia di Latakia, comprese le città di Tartus e Jable. Le forze armate dell'opposizione non hanno invaso e non intendono invadere il territorio delle basi militari russe, che operano normalmente", riferisce Tass. La bandiera dell'opposizione siriana con tre stelle rosse è stata issata sull'ambasciata della Siria a Mosca, gesto altamente simbolico.
"Nel corso del vertice" sulla Siria a palazzo Chigi, presieduto dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, "il Governo ha stabilito, analogamente a quanto fatto da altri partner europei, di sospendere i procedimenti circa le richieste di asilo dalla Siria". Stessa decisione è stata comunicata dai governi di Germania e Austria Grecia e Svezia.
Curdi cacciati da Manbic
La Turchia chiede che in Siria venga nominato un "governo inclusivo" che prenda in mano il Paese dopo la caduta del regime. L'appello è stato lanciato dal ministro degli Esteri Hakan Fidan. "Gli sviluppi degli ultimi giorni hanno rappresentato una luce di speranza. Invitiamo le Nazioni Unite e tutti gli attori coinvolti a sostenere la formazione di un governo inclusivo che prenda in mano il Paese in questa fase", ha detto Fidan.
L'Esercito Libero Siriano sostenuto dalla Turchia ha sottratto la città di Manbic al controllo dell'organizzazione separatista curda Ypg. L'operazione è stata lanciata ieri e in poche ore i ribelli sostenuti da Ankara hanno preso il controllo di gran parte della città. Tuttavia gli scontri sono andati avanti e nella notte era stata diffusa la notizia dell'uccisione di 22 miliziani curdi. A dare la notizia della sconfitta di Ypg è stato lo stesso Esercito Libero siriano.
I separatisti curdi perdono così la loro roccaforte a ovest dell'Eufrate: Manbic era sotto il controllo di Ypg dal 2016. In base a quanto riferito, la popolazione araba della città avrebbe aiutato l'Esercito libero siriano contro i curdi e liberato i detenuti dalle carceri.
I parenti dei dispersi nel "carcere mattatoio"
Dopo l'arrivo dei ribelli a Damasco, centinaia di persone, donne e bambini, sono corse alla prigione militare di Sednaya, fuori dalla capitale, chiamata "il mattatoio umano", dove sono stati per anni torturati e uccisi gli oppositori del presidente in fuga Bashar al-Assad. Sui social media sono stati diffusi drammatici video di donne e bambini che urlano i nomi dei loro cari scomparsi dietro le mura di questa prigione, che adesso è stata aperta. Le guardie sono fuggite. Il numero delle persone scomparse in questi anni è superiore a centomila. Secondo le organizzazioni per i diritti civili, almeno trentamila persone sono morte in questo carcere a seguito di tortura.
Searching the secret dungeons of Sednaya Prison. https://t.co/qR9xZiQbfD pic.twitter.com/mmaciefeD7
— Çağatay Cebe (@Mucagcebe) December 8, 2024
Lo "stupore" di Teheran (e di Mosca)
In un'intervista alla tv iraniana di Stato, il ministero degli esteri iraniano Abbas Araghchi ha criticato l'esercito siriano e detto che il rapido collasso del governo Assad lo ha colto di sorpresa. "Ciò che è stato sorprendente - ha detto - è l'incapacità dell'esercito siriano e la velocità dell'evolversi della situazione, due cose inattese, e non solo per l'Iran, ma per molti altri Paesi nella regione". "La scorsa settimana - ha aggiunto - avevamo informato Bashar al-Assad del piano in corso ma sapevamo che i soldati erano ben addestrati e organizzati. Lo stesso presidente era stupito dallo stato del suo esercito e dalla mancanza di motivazione nei soldati".
Anche il Cremlino si è detto "sorpreso" dalla presa del potere da parte dei ribelli in Siria. "Per quanto riguarda la posizione del presidente Assad, non ho nulla da dirvi", ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, aggiungendo: "Quello che è successo ha sorpreso il mondo intero e, in questo caso, non facciamo eccezione".
Tel Aviv oltrepassa il confine
Forze israeliane hanno oltrepassato il confine siriano nel monte Hermon per la prima volta in oltre cinquant'anni, riporta il New York Times, che cita due rappresentanti dell'amministrazione israeliana. I soldati sono penetrati nella zona demilitarizzata e lo hanno fatto per la prima volta, secondo il quotidiano americano, dalla guerra di ottobre del 1973. Lo sfondamento, che riguarda il lato siriano del monte Hermon, arriva dopo la conferma, sabato notte, dell'avanzata delle forze di difesa israeliane nelle Alture del Golan.
La presa di controllo militare della zona cuscinetto lungo il confine con la Siria da parte di Israele è "limitata e temporanea", ha assicurato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar sottolineando che si tratta di un passo fatto "per motivi di sicurezza". Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato ieri di aver ordinato all'esercito di "prendere il controllo" della zona dopo la caduta del presidente siriano. Saar ha dichiarato che "l'unico interesse che abbiamo è la sicurezza di Israele e dei suoi cittadini. Ecco perché abbiamo attaccato sistemi di armi strategiche, come, ad esempio, le armi chimiche rimanenti o i missili e i razzi a lungo raggio, in modo che non cadessero nelle mani degli estremisti".
Blinken: "Regime risponderà di atrocità"
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che gli Stati Uniti "sosterranno gli sforzi internazionali perché il regime di Assad e i suoi fiancheggiatori" rispondano delle atrocità e degli abusi perpetrati ai danni del popolo siriano, incluso l'"utilizzo di armi chimiche e l'ingiusta detenzione di civili come Austin Tice". Il riferimento è al giornalista freelance americano arrestato a Damasco il 14 agosto del 2012 mentre stava coprendo la guerra civile in Siria. Le forze Usa dispiegate nell'area nelle scorse ore hanno bombardato 75 obiettivi dell'Isis, che Washington ha dichiarato non intende lasciar ricostituire.
Gli Stati Uniti "sostengono con forza la pacifica transizione di poteri" a un governo siriano dopo la presa del potere da parte delle forze ribelli, ha detto ancora Blinken. "Durante questo periodo di transizione - ha aggiunto - il popolo siriano ha tutto il diritto di chiedere che vengano preservate le istituzioni statali, la ripresa dei servizi chiave e la protezione delle comunità più fragili".
Il ritorno dei profughi dalla Turchia
Lunghe file di profughi siriani si sono create a partire da questa mattina al confine tra Turchia e Siria. Un flusso in uscita e non in entrata: a differenza che in passato questa volta i siriani non chiedono asilo ad Ankara, ma fremono per poter tornare a casa dopo la caduta del regime di Bashar Assad. La gendarmeria turca è stata costretta ad allestire un primo check point a 5 km dal confine per gestire il flusso di persone ed effettuare un primo controllo su chi chiede di oltrepassare il confine. Il ritorno a casa dei siriani è stato incoraggiato dalle forze ribelli che hanno sottratto il potere ad Assad. Proclami che hanno sortito subito effetti e dalla scorsa settimana centinaia di profughi si sono messi in fila per tornare nella provincia di Aleppo dopo che la città è stata sottratta al regime.
Al momento sono circa 4 milioni i rifugiati siriani in Turchia, un quarto dei quali è originaria proprio della provincia di Aleppo. Una comunità di circa un milione di siriani abita le città di Urfa, Hatay, Kilis e Gaziantep, al confine con la Siria. Più di mezzo milione sono invece i siriani di Istanbul. La notizia della caduta del regime di Assad ha scatenato da ieri festeggiamenti e celebrazioni nelle nutrite comunità siriane che negli ultimi 13 anni si sono formate in Turchia.