AGI - La Corte d'Appello di Washington ha respinto il ricorso del social network TikTok contro una legge che impone alla sua società madre cinese ByteDance di venderlo o di affrontare un divieto negli Stati Uniti. Questa decisione mette TikTok sotto pressione, dal momento che il Congresso ha fissato al 19 gennaio la scadenza per l'attuazione della legge approvata in aprile.
Con questa legge, adottata a larga maggioranza da rappresentanti eletti da entrambi gli schieramenti, il Congresso intendeva impedire alle autorità cinesi di spiare e manipolare gli utenti della piattaforma. TikTok ha ripetutamente negato di aver trasmesso informazioni al governo di Pechino e ha assicurato che rifiuterà qualsiasi richiesta in tal senso. ByteDance, la società madre di TikTok, ha dichiarato di non avere intenzione di separarsi dalla sua preziosa applicazione. L'azione legale è quindi l'unica possibilità di sopravvivenza negli Stati Uniti.
Nel suo ricorso, TikTok ha cercato soprattutto di dimostrare che la legge viola il diritto alla libertà di espressione garantito dalla Costituzione statunitense. Ma i giudici della corte d'appello hanno stabilito che la legge mirava a porre rimedio al controllo da parte di un'entità non americana e alla possibile raccolta di dati da parte delle autorità cinesi, ma non avrebbe avuto alcun effetto sui contenuti pubblicati sul social network.
“Il governo non sta cancellando contenuti o richiedendo un certo tipo di contenuti”, hanno scritto i giudici nella loro decisione, pubblicata venerdì, stabilendo che non c'è quindi alcun rischio di ostacolare la libertà di espressione. La salvezza del social network potrebbe arrivare dal Presidente eletto Donald Trump che, a giugno, ha promesso di “salvare TikTok” e di opporsi a una vendita forzata o a un divieto, ma il neo presidente non è più tornato sull'argomento dopo la sua elezione.
In goni caso TikTok ha dichiarato che si rivolgerà alla Corte Suprema degli Stati Uniti. La piattaforma ha motivato il suo appello sostenendo che la legge viola il primo emendamento della Costituzione americana, quello sulla libertà d'espressione. "La Corte Suprema ha un'esperienza consolidata nel proteggere il diritto degli americani alla libertà di parola e ci aspettiamo che lo faccia su questa importante questione costituzionale", ha dichiarato l'azienda, dopo aver perso un ricorso in una corte federale.
TikTok, come detto, guarderà anche a Trump, emerso come un improbabile alleato, sostenendo che un divieto andrebbe principalmente a vantaggio delle piattaforme di Meta, di proprietà di Mark Zuckerberg. La posizione di Trump riflette una più ampia critica conservatrice nei confronti di Meta per la presunta soppressione di contenuti di destra, compreso il divieto di Trump da Facebook dopo la rivolta del 6 gennaio 2021 in Campidoglio.