AGI - In piena crisi politica provocata dalla destituzione del governo di Michel Barnier - atteso alle 10 all'Eliseo per rassegnare le dimissioni - la Francia viene investita da un'ondata di manifestazioni e scioperi emblematici del malcontento sociale. Gli agenti della pubblica amministrazione hanno indetto una giornata di azione e i sindacati hanno decretato un maxi sciopero, minacciando di aprire un fronte sociale nel mezzo della crisi politica. Si amplia il malcontento nei confronti dei provvedimenti governativi, con un nuovo braccio di ferro dopo le manifestazioni dei ferrovieri e degli agricoltori, questi ultimi anche sull'accordo Mercosur.
Per oggi sono previste decine di manifestazioni su appello del movimento intersindacale, in particolare a Parigi. Nella capitale, l'incontro si terra' all'inizio del pomeriggio presso il ministero dell'Economia e delle Finanze, da dove un corteo dovrà raggiungere Place d'Italie. Secondo il sito dell'Unsa, uno dei sindacati, in Francia sono stati annunciati una cinquantina di assembramenti. Il sindacato di maggioranza Fsu-Snuipp, ha invece annunciato che gli insegnanti delle scuole "hanno risposto alla richiesta di sciopero delle organizzazioni sindacali" con quasi "il 65% di adesioni" nelle scuole di "primo grado".
L'annuncio, a fine ottobre, da parte del governo di un piano di lotta contro l'"assenteismo" dei dipendenti pubblici, che dovrebbe consentire di generare un risparmio di 1,2 miliardi di euro, ha progressivamente teso i rapporti tra i sindacati degli agenti pubblici e il ministro della Funzione pubblica, Guillaume Kasbarian, prima di portare alla rottura del dialogo sociale. I sindacati chiedono in particolare che il ministro - a questo punto dimissionario - rinunci a tre misure che cristallizzano la rabbia: il passaggio da uno a tre giorni di attesa per i dipendenti pubblici malati, la riduzione dal 100% al 90% della retribuzione in caso di assenza per malattia e il mancato rinnovo dell'erogazione di un bonus a sostegno del potere d'acquisto. A questo motivo di malcontento si aggiunge l'incertezza sul bilancio dello Stato e della Previdenza sociale - a questo punto sospesi - con il governo uscente che e' ancora alla ricerca di 60 miliardi di euro per raddrizzare le finanze pubbliche e ridurre il deficit al 5% del Pil nel 2025, rispetto al 6,1% nel 2024.
La mobilitazione odierna dovrebbe consentire di "prendere un'azione forte" dopo "prove di ostilità verso il servizio pubblico", valuta Benoit Teste, segretario generale della funzione pubblica della Fsu, un sindacato molto radicato nel settore dell'istruzione che dovrebbe mobilitarsi con forza. A piu' di sette mesi dall'ultimo movimento sociale - poco seguito - dei dipendenti pubblici, "giovedì daremo inizio a qualcosa di molto piu' grande", assicura Luc Farre, segretario generale della funzione pubblica dell'Unsa, la cui organizzazione ha deciso a meta' novembre di non sedersi piu' negli "organismi di dialogo sociale presieduti dal ministro".
Per Solidaires, la sfiducia a Barnier "non cambia nulla per la manifestazione e lo sciopero", perche' "questo ci permette di mostrare determinazione affinche' il prossimo governo garantisca che gli agenti non vengano sacrificati", ha stimato Gaelle Martinez, segretaria generale del servizio pubblico Solidaires. L'ampio movimento intersindacale registra tuttavia un grande assente, Force Ouvriere (Fo), il primo sindacato rappresentativo dell'intero servizio pubblico. Pur sostenendo le rivendicazioni, Fo non ha aderito alla mobilitazione nazionale del 5 dicembre, affermando di essere favorevole a uno sciopero rinnovabile di tre giorni il 10, 11 e 12 dicembre, in "convergenza" con altri settori. Per giunta la Cgt ha annunciato due giorni di sciopero nel settore portuale, il 9 e il 10 dicembre.