AGI - I ribelli siriani di Hayat Tahrir al Sham (HTS) che si oppongono al regime di Damasco di Bashar al Assad continuano ad avanzare e sono entrati nella città di Hama. Lo riferiscono i media turchi, che pubblicano anche video delle truppe ribelli nel centro della città, conquistata dopo che HTS ha consolidato il controllo sulla strategica autostrada M5 e sul colle Zeynel Abidin da cui è stata lanciata l'offensiva. Al quarto giorno dall'inizio dell'offensiva i ribelli hanno preso il controllo dell'intera provincia di Idlib, di Aleppo, compreso aeroporto e ora, dopo Hama, puntano a conquistare Tal Rifat, altro importante centro strategico per la presenza di un aeroporto.
Intanto, il capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman, rende noto che gli attacchi aerei russi di oggi hanno ucciso almeno cinque persone. "Quattro attacchi aerei russi hanno preso di mira la piazza vicino all'università di Aleppo, uccidendo almeno cinque persone", ha aggiunto la stessa fonte, senza specificare se fossero civili o combattenti di Hayat Tahrir al-Sham e fazioni alleate. Non solo ma almeno otto civili sono stati uccisi dai raid aerei russi a Idlib. "Gli attacchi aerei russi hanno preso di mira oggi uno dei campi per sfollati a Idlib uccidendo otto civili tra cui due bambini e una donna, e ferendone più di 50", ha denunciato la stessa fonte.
Intanto, il presidente siriano, Bashar al-Assad fa sapere che il suo Paese è in grado di "sconfiggere i terroristi", dopo l'offensiva lanciata dai ribelli nel nordovest della Siria. "La Siria continua a difendere la sua stabilità e integrità territoriale di fronte a tutti i terroristi e ai loro sostenitori, ed è in grado, con l'aiuto dei suoi alleati e amici, di sconfiggerli ed eliminarli, indipendentemente dall’intensità dei loro attacchi. Il terrorismo comprende solo il linguaggio della forza, ed è con questo linguaggio che lo spezzeremo e lo elimineremo, indipendentemente dai suoi sostenitori e sponsor", ha detto Assad durante una telefonata con il suo omologo emiratino. Secondo quando riferito dal governo libanese in un post pubblicato sul social X Abu Muhammad al Jolani, capo di Hayat Tahrir al Sham, raggruppamento di ribelli sunniti che hanno attaccato in Siria, sarebbe stato ucciso in un raid aereo russo. Il fatto sarebbe accaduto a Idlib.
Assad, importante sostegno alleati di fronte terrorismo
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha sottolineato "l'importanza del sostegno degli alleati" di fronte agli "attacchi terroristici". Il leader di Damasco ha incontrato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, volato nella capitale siriana per consulti sulla situazione nel Paese alla luce dell'offensiva lanciata all'inizio della settimana da ribelli jihadisti nel nord. Iran e Russia sono i principali alleati di Assad.
Osservatorio siriano dei diritti umani, 412 morti
Il bilancio dell'offensiva lanciata cinque giorni fa dai ribelli jihadisti nel nord della Siria è cresciuto a 412 morti, di cui 61 civili. È quanto riferito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo il quale dei 412, 214 sono ribelli di Hayat Tahrir al-Sham e fazioni alleate, 137 forze filo-governative e 61 civili, 17 dei quali sono stati uccisi oggi.
Media Turchia, Assad bombarda l'ospedale a Damasco
Gli aerei da guerra del regime di Damasco hanno colpito l'ospedale universitario di Aleppo, la città che i ribelli di Hayat Tahrir al Sham hanno sottratto al controllo dei militari fedeli al presidente Bashar Al Assad. A riferirlo sono i media turchi, che parlano di almeno 5 morti e mostrano anche video condivisi sul canale web dei ribelli. Gli stessi media turchi pubblicano video di Hayat Tahrir al Sham in cui si vedono 30 militari dii Damasco prigionieri dei miliziani nella località di Hanaser.
L'Iran si schiera con Assad
Il capo della diplomazia iraniana ha comunicato che Teheran "sostiene fermamente l'esercito e il governo" siriani dopo l'offensiva dei ribelli. "Sosteniamo con forza l'esercito e il governo in Siria", ha detto Abbas Aragchi prima di partire per Damasco. "L'esercito siriano sconfiggerà ancora una volta questi gruppi terroristici come in passato", ha assicurato, secondo quanto scrive l'agenzia ufficiale Irna.
Secondo Araqchi l'accaduto è parte di "un piano americano-sionista per distruggere la stabilita' e la sicurezza della regione". Il capo della diplomazia iraniana, la cui ultima visita in Siria è avvenuta in ottobre, si recherà poi in Turchia.Il trasferimento di Araqchi in Siria avviene dopo che, sabato, le autorità iraniane hanno denunciato un attacco al consolato della Repubblica islamica ad Aleppo da parte di "elementi terroristici".
Dov'è Assad
Quanto ad Assad, secondo alcuni portali, che citano giornalisti siriani, potrebbe essere fuggito in Russia. Sempre i media turchi riportano le parole del capo del governo di transizione siriano, Abdurrahman Mustafa, secondo cui i ribelli di Hayat Tahrir Al Sham sarebbero pronti a lanciare un'operazione "su tre diversi fronti" per prendere il controllo della città di Tal Rifat, nel nord del Paese.
L'esercito siriano ha annunciato di aver espulso i ribelli islamici sostenuti dalla Turchia da due aree della provincia di Hama, nel centro del paese arabo, dove erano arrivati come parte di un'importante offensiva contro le posizioni controllate dal governo del presidente Bashar al-Assad. "Le unità delle nostre forze armate che operano nella direzione del nord di Hama hanno rafforzato le loro linee difensive con ogni tipo di materiale e personale militare durante la notte, hanno affrontato le organizzazioni armate e hanno impedito qualsiasi avanzata", ha affermato in un comunicato l'istituzione militare.
Usa: "dipendenza" del regime di Bashar al-Assad da Russia e Iran
La Casa Bianca ha imputato la conquista di Aleppo a maggioranza islamica alla "dipendenza" del regime di Bashar al-Assad da Russia e Iran. "Il persistente rifiuto del regime di Assad di impegnarsi nel processo politico e la sua dipendenza dalla Russia e dall'Iran hanno creato le condizioni per gli eventi attuali, tra cui il crollo delle linee controllate dal regime di Assad nel nord-ovest della Siria", ha dichiarato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Sean Savett in un comunicato.
La Giordania al fianco della Siria
Il re Abdullah II di Giordania ha dichiarato di essere "al fianco" della Siria, affermando il suo sostegno alla sua "integrità territoriale", dopo l'offensiva lanciata dai gruppi ribelli nel nord e centro del Paese. In una telefonata con il primo ministro iracheno, Mohammed Al Sudani, Abdullah II ha sottolineato che "la Giordania è al fianco" della Siria e che ne sostiene "l'integrità territoriale, la sovranità e la stabilità".
Ad Aleppo le chiese restano aperte
"Dopo tre giorni di attacchi, le milizie cosiddette dell'opposizione hanno preso la città. Ora tutto tace. La città è come sospesa. E nessuno ci dice niente". E' la testimonianza che arriva a Fides dall'arcivescovo maronita di Aleppo Joseph Tobji. "Dopo i combattimenti per ora non ci sono spargimenti di sangue, grazie a Dio. L'esercito è andato via da Aleppo e la città è ora in mano delle milizie dell'opposizione. Ci sono arrivate delle voci sull'arrivo delle truppe dell'esercito siriano ma di certo non c'è nulla. Stiamo vivendo nell'insicurezza".
I gruppi armati che hanno ripreso in mano la seconda città della Siria - riferisce alla Fides l'Arcivescovo maronita - fanno circolare sulle reti sociali video e foto per documentare come in pochi giorni tutta Aleppo è finita nelle loro mani. Mentre per ora la sua chiesa rimane aperta, si celebrano le messe e non risultano esserci stati attacchi diretti contro obiettivi collegati alle comunità cristiane. "Per ora noi siamo tranquilli ma non sappiamo cosa accadrà. E' come se tutta la città vivesse sospesa". L'arcivescovo Tobji racconta che l'offensiva dei gruppi armati, alcuni dei quali sono di marca jihadista, è arrivata "a sorpresa. Non ci sono state avvisaglie. La vita qui stava riprendendo. La situazione era calma, ora però è tutto chiuso. Negozi, forni Le persone non sanno come andare avanti, e non hanno fatto scorte. Nessuno ci aveva allertati".
Anche padre Hugo Alaniz, sacerdote dell'istituto del Verbo Incarnato, conferma all'Agenzia Fides che quasi tutta la città di Aleppo è in mano ai ribelli: "Stamattina" riferisce il missionario di origine argentina "siamo usciti insieme al Vescovo Hanna (il Vescovo francescano Hanna Jallouf, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino) e siamo andati a trovare alcune delle nostre comunità e continueremo i nostri giri nelle prossime ore. Per ora tutti stanno bene, grazie a Dio". Nell'area adiacente alla residenza episcopale ci sono le suore carmelitane e le suore di Madre Teresa di Calcutta con i 60 anziani da loro accuditi. I giovani della residenza universitaria e altre suore si sono spostati in altre parti della città. "E tutti" aggiunge padre Hugo "chiedono preghiere".