AGI - Dopo il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, decine di migliaia di libanesi stanno rientrando a casa, in città e villaggi spesso devastati, a eccezione della zona di confine ancora off-limits. L'esercito israeliano ha emesso un divieto specifico e in un post sui social media ha elencato i 10 villaggi nel sud del Libano, alla frontiera con il nord di Israele, che al momento non sono accessibili alla popolazione.
Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, ha affermato che le posizioni dei villaggi delimitano una linea in cui è vietato l'ingresso ai residenti. "Fino a nuovo avviso, è vietato spostarsi a sud fino alla linea dei seguenti villaggi e dei loro dintorni, e anche all'interno dei villaggi stessi: Shebaa, al-Habbariyeh, Marjayoun, Arnoun, Yahmor, Qantara, Chaqra, Barashit, Yatar, al-Mansouri", ha affermato il portavoce.
"Chiunque si sposti a sud di questa linea, si mette in pericolo", ha sottolineato. Il ritorno degli sfollati è già cominciato da ieri all'alba, ore prima dell'annuncio formale della tregua: a migliaia hanno intrapreso la via del ritorno, a bordo di auto e minibus sovraccarichi, con materassi e valigie ammucchiate sui tetti. I principali movimenti di popolazione sono avvenuti nel sud del Libano, nei sobborghi meridionali di Beirut e della Bekaa, nell'est del Paese, roccaforti di Hezbollah, quindi maggiormente colpite dai raid israeliani in questi ultimi 13 mesi.
Tra le rovine della periferia sud di Beirut, questa mattina i sostenitori di Hezbollah hanno brandito bandiere gialle del movimento e i ritratti del loro leader, Hassan Nasrallah, ucciso a fine settembre da Israele. "Questo eroico sobborgo ha vinto e ne siamo orgogliosi", ha testimoniato Nizam Hamade', un ingegnere. Il movimento sciita, decapitato dagli attacchi israeliani, ha tuttavia proclamato la sua "vittoria", aggiungendo che i suoi combattenti "rimarranno pienamente pronti ad affrontare gli attacchi del nemico israeliano".
Tornato a Nabatiye', nel sud del Libano, Ali Mazraani si è detto "scioccato dalla massiccia distruzione" di questa città, che ora sembra "estranea". "Nonostante l'entità della distruzione e il nostro dolore, siamo felici di essere tornati. Ci sentiamo rinati", ha detto Oum Mohamed Bzeih, una vedova di 44 anni che ha ritrovato la sua casa devastata nel villaggio di Zebqine.
Circa 900.000 persone sono state sfollate in Libano e 60.000 nel nord di Israele, in fuga soprattutto dallo scorso settembre, quando si è intensificato lo scontro tra l'esercito israeliano e Hezbollah.