AGI - Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per le condizioni così disastrose in Siria che alcuni residenti libanesi, fuggiti in Siria in cerca di rifugio dalla guerra tra Israele e Hezbollah, stanno scegliendo di tornare in Libano. Ci sono "famiglie libanesi che stanno iniziando a prendere la decisione molto difficile e potenzialmente pericolosa di tornare in Libano", ha detto Gonzalo Vargas Llosa, rappresentante dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati in Siria. "Si tratta di numeri molto, molto piccoli, ma per noi anche i piccoli numeri sono segnali preoccupanti", ha dichiarato ai giornalisti a Ginevra in collegamento video dal confine siro-libanese. L'UNHCR stima che circa 560.000 persone siano fuggite in Siria dal vicino Libano dalla fine di settembre, quando mesi di fuoco transfrontaliero tra Israele e Hezbollah per la guerra a Gaza sono degenerati in una guerra totale. Secondo le autorità libanesi, il numero è ancora più alto, oltre 610.00
Vargas Llosa ha detto che circa il 65% di coloro che hanno attraversato la Siria, a sua volta dilaniata da 13 anni di guerra civile, erano cittadini siriani che avevano cercato rifugio in Libano da quel conflitto. Ha salutato l'"esemplare" e "straordinaria dimostrazione di generosità" mostrata nei confronti di coloro che arrivano dalle comunità di tutta la Siria, "le cui infrastrutture sono distrutte, la cui economia è distrutta". Ma ha avvertito che, data la "catastrofica situazione economica della Siria... unita al grave sotto-finanziamento della risposta umanitaria, non e' chiaro per quanto tempo questa generosità potrà durare". Sono già emersi segnali preoccupanti, ha detto, sottolineando il numero esiguo di persone che hanno scelto di tornare in Libano nonostante i rischi.
The past few weeks in Lebanon have been the deadliest in decades.
— UNHCR, the UN Refugee Agency (@Refugees) November 22, 2024
UNHCR is on the ground with emergency supplies, shelter and services.
More than anything, people need an urgent ceasefire to stop the spiraling violence.https://t.co/QXwELoc6OT
"Il numero di persone che incontriamo alle frontiere e' molto esiguo, forse una media di 50 famiglie al giorno", ha spiegato ancora, aggiungendo che se ne vanno perché ritengono "che le condizioni in Siria siano terribili e che potrebbero stare meglio in Libano, nonostante i bombardamenti". In Libano potrebbero avere sistemi di supporto migliori, un accesso più facile ai servizi e persino la possibilità di generare un piccolo reddito. Sebbene i numeri finora siano piccoli, Vargas Llosa ha avvertito che "a meno che non ci sia una vera iniezione di sostegno internazionale... il numero di libanesi che scelgono di tornare a casa in queste circostanze straordinariamente difficili potrebbe crescere nelle prossime settimane e mesi". "Questo sarebbe estremamente preoccupante".