AGI - "La competitività sarà la sfida cruciale di questa legislatura europea". All'indomani dell'accordo raggiunto sui commissari del prossimo esecutivo Ue a guida von der Leyen, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, lancia un forte richiamo alla platea del Trilateral Business Forum riunita nella sede parigina del Medef (la Confindustria francese) in una Parigi sorprendentemente immersa in clima prenatalizio, complice la prima neve invernale.
Ad ascoltarlo ci sono i vertici delle Confindustrie di Italia, Francia e Germania, le tre maggiori economie dell'Ue, numerosi rappresentanti dei governi e delle istituzioni europee, incluso la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola.
Una platea importante, cui il titolare della Farnesina chiede di spingere l'acceleratore per definire quanto prima un accordo per rilanciare la competitività europea, in linea con quanto suggerito da Mario Draghi.
"La competitività è la sfida cruciale di questa legislatura e l'Europa, sottolinea Tajani, "non può più permettersi di perdere tempo". Nonostante la complessità congiunturale, il ministro vede all'orizzonte delle opportunità che l'Ue dovrà cogliere con prontezza. Da una parte, l'accordo sui membri della Commissione Ue, raggiunto a Bruxelles nelle ultime ore "fa pensare che l'esecutivo europeo sarà presto in grado di mettersi al lavoro", spiega Tajani riferendosi soprattutto al dossier competitività.
Dall'altra, aggiunge, l'insediamento a gennaio 2025 di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe spingere l'Ue a decidere e a riformarsi. Il ministro ha ribadito anche in questa sede che "con Trump, l'Europa deve parlare".
"Non credo - ha aggiunto in merito al rischio di nuovi dazi da parte Usa alle merci europee - che il problema di Washington sia Bruxelles, ma è mia ferma intenzione riuscire a parlare quanto prima (n.d.r. Dopo l'insediamento a gennaio) con la nuova amministrazione Trump". Il Pil dell'Italia, del resto, è generato per il 40% circa dalle nostre esportazioni e anche per l'Ue l'eventualità di altre barriere commerciali non è sicuramente a costo zero.
È sulle regole che bloccano l'Europa - dalla burocrazia farraginosa alle direttive che aggravano di costi diretti le imprese - che il ministro Tajani punta il dito. "Non ci può essere una politica ambientalista che uccide crescita, competitività e innovazione in Europa", osserva Tajani chiedendo una transizione green che non perda di vista le questioni sociali e il mondo del lavoro. Anche nel comparto dell'automotive - ammette - "abbiamo sbagliato obbligando le auto elettriche a partire dal 2035 senza dare tempo alle imprese per raggiungere questi ambiziosi obiettivi". In Italia le normative stringenti imposte da Bruxelles potrebbero costare, stando a studi citati dallo stesso ministro, almeno 70mila posti di lavoro.
Tajani torna quindi a chiedere una politica ambientale che non distrugga quella industriale, normative che diano libertà agli imprenditori e non li blocchino. L'Ue - taglia corto il ministro - "non può essere una prigione per le imprese". Non può essere, insomma, un freno all'iniziativa e all'innovazione, tanto più che "gli imprenditori europei devono già fare i conti con i costi più elevati dell'energia", ha affermato, ribadendo la "centralità dell'energia nucleare (di nuova generazione) se l'Europa vorrà essere in futuro competitiva a livello globale" insieme all'urgenza di una "politica industriale europea".
A #Parigi ho inaugurato Forum economico con i rappresentanti dei sistemi produttivi delle tre grandi economie.
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) November 21, 2024
Lavoriamo insieme alle nostre imprese per una politica industriale che rilanci la competitività ed affrontanti la transizione energetica in maniera pragmatica. pic.twitter.com/uWQRUncVeP
Nell'orizzonte europeo tracciato da Tapani non c’è solo la minaccia di un'economia statunitense decisamente più competitiva e agguerrita di quella europea. C’è anche il bisogno di battersi come Europa per impostare in modo più equo i rapporti commerciali con la Cina: "Abbiamo bisogno di dare alle nostre società le stesse opportunità in Cina, facendo in modo che la Cina investa seriamente in Europa" senza sfruttare l'Europa solo per il suo "know-how".
Dopo aver rammentato che "con i governi di Francia e Germania, con le istituzioni e i partner dell'Ue, stiamo discutendo su come definire concretamente un nuovo European Competitiveness Deal" (per rafforzare l'Unione, e "permetterle di rispondere alle sfide future pur restando ancorata ai suoi valori", Tajani ha quindi auspicato anche atteggiamenti "più morbidi" da parte dell'Eurotower che, alla luce dei dati confortanti sull'inflazione, dovrebbe - ha suggerito Tajani - procedere a un taglio del costo del denaro", per venire incontro a imprese e famiglie europee".