Negli ultimi due mesi sono morti in Libano più di 200 bambini

AGI - A quasi due mesi dall'inizio della guerra tra Israele e Hezbollah, in Libano sono stati uccisi più di 200 bambini. Un numero terribile, reso noto dall'UNICEF che sottolinea come si tratti di una media di “più di tre” al giorno. “Sta emergendo una tendenza sconcertante: a queste morti risponde l'inerzia di chi è nella posizione di porre fine a questa violenza”, ha dichiarato il portavoce del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, James Elder, durante un briefing con la stampa a Ginevra. “Dobbiamo sperare che l'umanità non assista mai più a una tale carneficina di bambini come a Gaza, ma ci sono spaventose analogie per i bambini del Libano”, ha detto.

“In Libano, proprio come a Gaza, l'intollerabile sta silenziosamente diventando accettabile”, ha aggiunto il portavoce, denunciando ‘una silenziosa normalizzazione dell'orrore’. Il movimento filo-iraniano Hezbollah ha aperto un fronte contro Israele all'indomani dell'attacco di Hamas sul suolo israeliano del 7 ottobre 2023, che ha scatenato la guerra nella Striscia di Gaza, sostenendo di agire a sostegno del movimento islamista palestinese. Dopo un anno di scontri a fuoco transfrontalieri nel sud del Libano, Hezbollah e Israele sono entrati in guerra aperta il 23 settembre con l'esercito israeliano che ha condotto diverse incursioni nel sud del Paese.

L'UNICEF “non fa i nomi” dei responsabili “ma chiunque segua i media dovrebbe avere un'idea abbastanza chiara di come questi bambini sono stati uccisi, da dove sono stati lanciati i razzi, dove si trovavano questi bambini, dove stavano fuggendo... è lo stesso che a Gaza”, ha sottolineato il portavoce. Secondo il Ministero della Sanità, dall'8 ottobre sono state uccise in Libano più di 3.500 persone, la maggior parte delle quali dal 23 settembre. Da parte israeliana, sono stati uccisi 46 civili e 78 soldati. Israele afferma di voler tenere Hezbollah lontano dalle regioni di confine del Libano meridionale per garantire il ritorno a casa dei circa 60.000 abitanti del nord di Israele che sono rimasti sfollati per più di un anno.