AGI - Bisogna aspettare e capire cosa succederà dopo il cambio alla Casa Bianca tra Joe Biden e Donald Trump ma l'obiettivo, perseguibile, ora è quello di tenere unito il fronte occidentale. Il G20 ha raggiunto un compromesso al ribasso sull'Ucraina, tanto che il ministro degli Esteri russo Lavrov, pur attaccando l'Occidente che, a suo dire, "vuole un'escalation", si è detto soddisfatto del paragrafo della dichiarazione finale del summit riguardante la guerra e, secondo quanto si apprende, la diplomazia pro-Kiev non si aspettava alcuni cambiamenti dell'ultimo minuto al testo e non sarebbe mancata una certa irritazione. Ma la premier Giorgia Meloni ribadisce che non ci devono essere tentennamenti nella difesa di un Paese colpito da "una aggressività" tale da parte di Mosca che risulta "comprensibile" la mossa di Washington di concedere il via libera all'utilizzo dei missili a lungo raggio sul territorio russo.
In ogni caso l'Italia non farà alcun passo indietro, neanche sull'appoggio militare anche se Roma punta sul sistema di difesa anti-aerea e non cambierà approccio. Per il 2025 verrà confermato il decreto sulle armi, insomma. In un summit nel quale ci sono Paesi che hanno posizioni molto differenti il minimo comune denominatore è stato quello di puntare ad "una pace duratura", non si poteva andare oltre, tanto che il presidente ucraino Zelensky ha accusato i leader di una mancanza di una strategia forte e di non aver detto nulla sulle minacce nucleari da parte di Putin. Dal canto suo la premier ha evitato qualsiasi tipo di polemiche, anche nei confronti del Cancelliere tedesco Olaf Scholz che nei giorni scorsi ha parlato con il presidente russo, lo ha fatto - la sua tesi - sulla linea portata avanti dall'Occidente, "non mi ha scandalizzato" la telefonata, "il problema non è se parlare o meno con lui" ma "cosa dire" perché Mosca non ha manifestato alcuna disponibilità a dialogare.
Secondo il presidente del Consiglio il bilancio del summit per l'Italia è positivo. Ha aderito all'alleanza sulla lotta alla fame e alla povertà, iniziativa promosso dalla presidenza brasiliana, mettendo paletti sul cibo prodotto in laboratorio; sul dossier della transizione energetica ha chiesto "un metodo nuovo", un approccio "non ideologico", sottolineando il fatto che l'Italia si sta spendendo per la decarbonizzazione e per il nucleare da fusione, ma rivendicando la necessità di evitare "la desertificazione" economica per seguire il principio della neutralità tecnologica e "costruire un mix energetico equilibrato", attraverso l'utilizzo non solo "di rinnovabili, ma anche gas, idrogeno, cattura della CO2 e biocarburanti".
E sulle tensioni tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sui rapporti commerciali Meloni non ha nascosto di temere il dossier dei dazi, ma l'importante è soprattutto capire cosa l'Europa "voglia fare di più" perché "serve più coraggio". Mentre sulla riforma della governance internazionale, Roma è d'accordo con il presidente brasiliano Lula sull'importanza di intervenire, ma "noi siamo contrari a nuovi seggi permanenti" del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
La premier nei giorni del G20 ha avuto modo di parlare con tutti i leader, ieri ha avuto per esempio uno scambio con Biden ("ma non abbiamo parlato dei missili a Kiev"), ma soprattutto ha avuto diversi bilaterali: da quello con Lula per rilanciare il partenariato strategico a quello con il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, per verificare lo stato di attuazione del piano d'azione per la cooperazione rafforzata tra Italia e Canada. Un piano d'azione per i prossimi cinque anni è stato firmato dalla premier anche con il suo omologo indiano, Narendra Modi. Meloni ha poi visto il principe ereditario emiratino Sheikh Khaled bin Mohamed bin Zayed Al Nahyan per approfondire la cooperazione nei settori dell'energia, delle grandi infrastrutture di connessione e dell'intelligenza artificiale. E ha avuto un incontro con il presidente della Banca Mondiale Ajay Banga con l'obiettivo di realizzare congiuntamente iniziative di sviluppo nelle Nazioni africane nei settori chiave del Piano Mattei per l'Africa, quali energia, infrastrutture, acqua e formazione.