AGI - I capi di Stato o di Governo dell'Unione europea si riuniscono oggi a Budapest per un vertice informale che avrà al centro la competitività dell'Unione, anche alla luce delle sfide poste da Stati Uniti - soprattutto dopo l'elezione di Donald Trump - e dalla Cina con cui vi sono le prime avvisaglie di guerra commerciale a partire dalle auto elettriche. Sono uniti sulla diagnosi e, in parte, sulla cura.
Rimangono profondamente divisi sugli strumenti da usare, in particolare su nuovi finanziamenti comuni. Si ripropone, ancora una volta, il braccio di ferro tra i federalisti del debito e i frugali, ancora più sovranisti. I 26 - assente lo spagnolo Pedro Sanchez, mentre il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, è arrivato nella serata di ieri dopo aver cercato di sbrogliare in patria la matassa della crisi di governo - si confronteranno in particolare con l'ex premier ed ex presidente della Bce, Mario Draghi, che a settembre ha presentato il suo rapporto sul Futuro della competitività europea. Al suo fianco ci sarà Christine Lagarde, sua erede alla Torre della Bce.
"Accogliamo con favore i rapporti 'Molto più di un mercato' di Enrico Letta e 'Il futuro della competitività europea' di Mario Draghi che identificano sfide critiche e formulano raccomandazioni orientate al futuro. Forniscono una solida base su cui faremo progredire ambiziosamente il nostro lavoro. Cogliamo il loro campanello d'allarme. E' fondamentale che colmiamo urgentemente il divario di innovazione e produttività, sia con i nostri concorrenti globali che all'interno dell'Ue", ammettono i leader nella dichiarazione conclusiva di cui l'AGI ha preso visione. L'intento è chiaro: "Garantire la nostra comune prosperità economica, a rafforzare la nostra competitività, a rendere l'Ue il primo continente al mondo a impatto climatico zero e a garantire la sovranità, la sicurezza, la resilienza e l'influenza globale dell'Ue".
Per farlo i capi di Stato e di Governo indicano alcuni punti e affidano alla Commissione europea delle scadenze precise. Entro giugno 2025 l'esecutivo Ue deve presentare: una nuova strategia per il mercato unico; semplificare e ridurre gli obblighi di rendicontazione per le imprese di almeno il 25%; avanzare proposte per accelerare la trasformazione digitale in tutti i settori.
E ancora: adottare misure decisive verso un'Unione del risparmio e degli investimenti entro il 2026; presentare senza indugio opzioni per finanziamenti pubblici e privati a favore della capacità di difesa; presentare, come priorità, una strategia industriale completa per industrie competitive e posti di lavoro di qualità, con particolare attenzione alle industrie tradizionali in transizione (vedi l'automotive); raggiungere l'obiettivo del target di spesa del 3% del Pil in ricerca e sviluppo entro il 2030; costruire un'Unione dell'energia; presentare la proposta legge per l'economia circolare, con attenzione sulle materie prime critiche. Fin qui tutto bene.
La discussione però si anima quando si arriva alla parte dei finanziamenti. Per diversi Paesi l'elenco di obiettivi è un miraggio senza fondi comuni europei. Per altri, guidati dai frugali, un nuovo debito a ventisette è tabù. Il paragrafo sui finanziamenti ha comportato ore (se non giorni) di negoziati agli sherpa, arrivando a una conclusione che lascia solo qualche spiraglio a "nuovi strumenti". "Le sfide della competitività che affrontiamo richiederanno investimenti significativi, mobilitando finanziamenti sia pubblici che privati. Ci impegniamo a esplorare e sfruttare tutti gli strumenti e i mezzi per raggiungere i nostri obiettivi: il Quadro finanziario pluriennale come mezzo essenziale per realizzare le nostre priorità strategiche; l'Unione dei mercati dei capitali, per mobilitare finanziamenti privati; e il maggiore coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti. Esploreremo lo sviluppo di nuovi strumenti", affermano i leader.
"Continueremo a lavorare per l'introduzione di nuove risorse proprie. La necessità di una risposta unitaria non è mai stata così impellente. Invitiamo tutte le istituzioni dell'Ue, gli Stati membri e le parti interessate a implementare e realizzare con urgenza questo Nuovo deal europeo sulla competitività", concludono.