AGI - I capi di Stato o di Governo dell'Unione europea si incontreranno giovedì a Budapest per una cena informale - dopo la giornata di lavoro nell'ambito della Comunità politica europea - per discutere l'esito delle elezioni americane. I diplomatici che lavorano alla riunione non nascondono il quadro di totale incertezza.
"Fondamentalmente abbiamo quattro scenari: una chiara vittoria di un candidato; una chiara vittoria dell'altro candidato; nessun vincitore decretato e, ultimo scenario, un risultato contestato", ha spiegato un alto funzionario europeo. Nel caso in cui a giovedì sera l'esito del voto non fosse ancora chiaro, non è escluso che la discussione si sposti al termine del vertice informale sulla competitività, cui parteciperà Mario Draghi.
In ogni caso è chiaro che difficilmente si potrà ottenere una dichiarazione unanime dei Ventisette, viste le posizioni divergenti in particolare con il premier ungherese, Viktor Orban, ospite dell'evento e grande sostenitore di Donald Trump.
Per ora ci sono le linee del messaggio: "Le congratulazioni nel caso di un vincitore; la grande importanza alla relazione transatlantica; l'impegno a rafforzare i rapporti avendo una propria agenda che è quella di rendere l'Europa più sovrana, meno dipendente ma sempre un'economia aperta; infine la difesa del sistema multilaterale, della stabilità, della pace e della sicurezza".
A complicare il quadro, l'imprevidibilità di Orban che già nei giorni scorsi aveva telefonato a Trump per fargli i migliori auguri. I leader - a quanto si apprende - temono in caso di vittoria dell'ex presidente, il premier ungherese lo faccia intervenire in videocollegamento proprio alla cena dei leader. La questione è stata affrontata dagli sherpa ma pare non sia risolta. Cosi' come vi è il timore che possa, ad esempio, scegliere di fare partecipare in video persino il presidente russo, Vladimir Putin. Viene invece confermata la partecipazione alla giornata di lavoro dell'Epc del segretario generale della Nato, Mark Rutte (tornerà a sedere al tavolo con i suoi ex omologhi europei) e del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
Sostegno all'Ucraina, lotta al cambiamento climatico, rapporti con Cina e Russia e guerra commerciali: sono i principali dossier sul tavolo nell'analisi degli effetti di un ritorno di Trump alla Casa Bianca.
"Intanto dobbiamo mantenere la calma e non andare nel panico. I primi eventuali effetti della nuova presidenza si potranno vedere solo da gennaio, quando entrerà in carica. Fino ad allora non dovrebbe cambiare nulla", evidenzia un funzionario.
Il dossier prioritario è quello sull'invasione russa dell'Ucraina. Trump sostiene di poter risolvere la guerra nelle prime ore dopo la sua vittoria, senza nemmeno attendere l'insediamento formale.
"Non ci saranno i due mesi di tempo che di solito l'Ue ha per prepararsi", aveva fatto notare Orban che si dice pronto a stappare le bottiglie di champagne.