AGI - Prima dell'invasione dell'Ucraina era presidente di una piccola repubblica post-sovietica. La moldava Maia Sandu è oggi una personalità di spicco europea, rafforzata dalla sua vittoria al secondo turno delle elezioni presidenziali.
Eletta con il 55% dei voti contro un rivale filo-russo Alexandr Stoianoglo, la presidente 52enne ha saputo riprendersi nonostante la doccia fredda del 20 ottobre, quando nel referendum sull'adesione all'Ue i 'Si'' hanno vinto di misura.
"Voglio che sappiate che ho ascoltato tutte le voci, comprese quelle critiche", ha detto nel suo discorso della vittoria, promettendo di essere presidente di "tutti" in un Paese molto diviso.
Prima donna a occupare, nel 2020, la più alta carica in questo Stato situato tra la Nato e la sfera d'influenza russa, Maia Sandu cerca da tempo di conciliare l'ingombrante presenza di Mosca con la normalizzazione dei rapporti con l'Occidente.
Ma da quando la vicina Ucraina vive sotto le bombe del Cremlino, insiste affinché i 2,6 milioni di Moldavi si integrino quanto prima nella famiglia europea.
La sua personalità discreta e il suo sorriso timido contrastano con la sua "determinazione" - è il termine usato dal suo omologo francese Emmanuel Macron - nel difendere un "percorso di trasparenza" per il suo Paese di fronte alle interferenze di Mosca.
Nata sotto l'Urss nel villaggio di Risipeni, al confine con la Romania, è appena maggiorenne quando il suo Paese ottiene l'indipendenza nel 1991.
Laureata in management e relazioni internazionali, inizia la sua carriera dietro le quinte al Ministero dell'Economia ma, delusa dai fallimenti del suo Paese, va a lavorare per la Banca Mondiale, prima a Chisinau poi a Washington.
Nel 2012 riceve "un'offerta inaspettata" e accetta di diventare ministro dell'Istruzione per un quindicesimo dello stipendio che aveva alla Banca Mondiale.
"Non avevo intenzione di entrare in politica", confessa durante un discorso del 2022 agli studenti dell'Università di Harvard, dove ha studiato, "ma ho deciso che non voler vivere in un Paese governato da gente corrotta" non significava necessariamente "dovere cambiare Paese".
Piazzando telecamere di sorveglianza nelle sale d'esame, riduce il tasso di successo del diploma di maturità dal 95% al 59%. Abbastanza per lanciare il messaggio: è finita l'epoca dei diplomi a pagamento.
Nel 2016 crea il Partito di Azione e Solidarietà (PAS) attingendo ai propri risparmi, ma perde nelle elezioni presidenziali.
Entrata in Parlamento prima di essere nominata per un breve periodo Primo Ministro, in seguito a un clamoroso scandalo di corruzione - il 12% del Pil moldavo è scomparso in pochi mesi - vince le elezioni e viene nominata presidente nel 2020 con il 57,7% dei voti.
Ritenendo di essere stata sottovalutata dai suoi avversari che vedevano in lei e nella sua squadra "un branco di intellettuali", dichiara guerra alla corruzione e lancia un vasto programma di riforme, tuttora incompiuto, nel sistema giudiziario.
Non appena scoppiano le prime bombe in Ucraina, Maia Sandu taglia i ponti con Mosca, accoglie decine di migliaia di profughi e bussa alla porta dell'Unione europea. Nel giugno 2023, lascia il segno invitando 46 capi di Stato e di governo al vertice della Comunità politica europea, cosa mai vista prima in questo Paese poco abituato all'attenzione internazionale. Un anno si aprono i negoziati di adesione all'Ue.
Sandu, che parla correntemente rumeno, inglese e russo, gode del "rispetto e del riconoscimento" dei leader occidentali, dice all'AFP Armand Gosu, uno storico rumeno specializzato nei Paesi dell'ex Unione Sovietica, "Rappresenta una grande opportunità per la Moldavia e probabilmente è il primo leader di statura internazionale".