AGI - Ben 8.000 soldati nordcoreani hanno raggiunto la regione di confine del Kursk e sono pronti a entrare in combattimento contro le forze ucraine nei prossimi giorni. Lo ha affermato il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Dei 10.000 soldati nordcoreani che gli Stati Uniti ritengono siano entrati in Russia, fino a 8.000 "sono stati schierati nella regione di Kursk" al confine con l'Ucraina, ha detto Blinken.
"Non abbiamo ancora visto queste truppe schierate in combattimento contro le forze ucraine, ma ci aspettiamo che ciò possa accadere nei prossimi giorni", ha sottolineato il segretario di Stato durante una conferenza stampa dopo i colloqui tra Stati Uniti e Corea del Sud. "Se queste truppe dovessero impegnarsi in operazioni di combattimento o di supporto al combattimento contro l'Ucraina, diventerebbero obiettivi militari legittimi", ha concluso Blinken.
Il Pentagono, nuovo pacchetto di aiuti per Kiev
Nel frattempo, il Pentagono ha annunciato l'invio in Ucraina di un nuovo pacchetto di aiuti, il cui valore è di 425 milioni di dollari. Gli Stati Uniti invieranno, tra gli altri, missili Stinger, intercettori di difesa aerea, munizioni per il sistema mobile Himars, veicoli blindati e armi anti-carro. L'obiettivo, spiega il Pentagono, "è fornire all'Ucraina nuovi strumenti per affrontare le necessita' urgenti" nel conflitto con la Russia. Con questo pacchetto salgono a 69 le spedizioni di aiuti militari garantite da Washington all'Ucraina dall'agosto del 2021.
lI presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato, da parte sua, che la Russia sta pianificando di usare soldati nordcoreani sul campo di battaglia in Ucraina a breve. "È questione di giorni, non di mesi - ha osservato in un'intervista alla tv sudcoreana KBS -. Tutto è iniziato con il trasferimento di milioni - secondo i nostri dati, 3,5 milioni di proiettili di artiglieria - dalla Corea del Nord alla Russia. La Russia uccideva il nostro popolo con tutti questi milioni. La Corea del Nord ha trasferito anche missili. Stiamo già parlando di un contingente che combatterà contro di noi".
"Oggi sappiamo che 3.000 truppe nordcoreane sono già in un campo di addestramento - ha detto Zelensky -. Sappiamo che il numero sarà presto aumentato a 12.000 soldati e ufficiali. Sappiamo anche che sono in corso trattative per fornire truppe di ingegneria e civili - un gran numero di civili dalla Corea del Nord per lavorare in alcuni impianti militari russi. Putin sta testando la reazione dell'Occidente, la reazione dei Paesi della NATO, la reazione della Corea del Sud. E credo che dopo tutte queste reazioni, Putin deciderà di aumentare il contingente".
Secondo Zelensky, Putin teme molto la mobilitazione all'interno del proprio Paese. "Perché la maggioranza delle persone all'interno dello Stato non sostiene la mobilitazione. Possono solo gridare agli ucraini dal divano, ma non vogliono davvero combattere. E la Corea del Nord è una via d'uscita per Putin. Penso che sia molto vantaggioso anche per il leader della Corea del Nord".
Ma sull'efficacia di questi nuovi soldati il presidente ucraino ha dubbi: "A essere sinceri, l'esercito nordcoreano non ha alcuna esperienza di combattimento nella guerra moderna. Ciò significa che i militari nordcoreani faranno pratica in questa guerra, capendo cos'è una guerra di terra. Capiranno cos'è l'uso dell'artiglieria in combattimento. Utilizzeranno droni, FPV, missili, ecc. Penso che il leader nordcoreano, come Putin, non faccia i conti con la vita delle persone".
A scanso di equivoci la Corea del Nord sarà al fianco della Russia fino alla "vittoria" in Ucraina. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Pyongyang, dando così corpo ai timori che l'esercito di Pyongyang entri da protagonista nel conflitto ucraino. "Ribadiamo che staremo sempre fermamente al fianco dei nostri compagni russi fino al giorno della vittoria", ha detto Choe Son Hui, "Non abbiamo alcun dubbio che sotto la saggia guida del rispettato presidente Putin, l'esercito e il popolo russo otterranno una grande vittoria nella loro sacra lotta per proteggere i diritti sovrani e proteggere la sicurezza del loro Stato".
Lavrov, Usa e Russia sull'orlo di un conflitto
Qualche che sia la situazione in Ucraina, Stati Uniti e Russia sono vicinissime a entrare in conflitto. L'avvertimento viene direttamente dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che ha rilasciato un'intervista al quotidiano turco Hurriyet a pochi giorni dalle elezioni in programma negli Stati Uniti. Gli elettori americani sono chiamati a scegliere tra il candidato repubblicano Donald Trump e la candidata democratica Kamala Harris, ma la Russia non ha preferenze.
"L'amministrazione americana in carica ha fatto partire una spirale russofoba, a questo punto il nostro Paese e gli Usa si trovano sull'orlo di un conflitto diretto", ha dichiarato Lavrov. Per il capo della diplomazia russa l'esito delle prossime elezioni non è destinato a cambiare molto la situazione. "Non abbiamo alcuna preferenza. Quando Donald Trump è stato presidente è stata applicata una quantità di sanzioni nei confronti della Russia più elevata in confronto a quelle applicate dai suoi predecessori", ha detto Lavrov, che ha poi ribadito che Il problema non è il presidente, ma la visione anti-russa: "Non ha importanza chi vincerà le elezioni, non crediamo che l'approccio anti-russo degli Usa cambierà".
Asse Russia-Nordcorea "stretto"
I legami tra l'esercito russo e quello nordcoreano sono "molto stretti", ha detto Lavrov in occasione di una visita dell'omologa nordcoreana a Mosca proprio mentre l'Occidente accusa il Cremlino di pianificare un'escalation militare in Ucraina con l'impiego di truppe di Pyongyang. "Sono stati stabiliti legami molto stretti tra i militari e i servizi speciali dei due Paesi", ha detto Lavrov dopo i colloqui con Choe Son Hui, "Questo renderà anche possibile risolvere importanti obiettivi di sicurezza per i nostri cittadini e i vostri". L'accordo di partenariato strategico tra Russia e RPDC è destinato a svolgere un ruolo stabilizzatore nell'Asia nordorientale, ha aggiunto Lavrov, secondo quanto riporta l'agenzia russa Ria Novosti.
Il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un hanno firmato un accordo il 19 giugno, durante la visita di Putin a Pyongyang, che dovrebbe sostituire il fondamentale Trattato di amicizia, buon vicinato e cooperazione tra Russia e Corea del Nord del 9 febbraio 2000. Il quarto articolo del trattato prevede che se uno dei partecipanti subisce un attacco armato da parte di uno o più Paesi e si trova in uno stato di guerra, l'altro fornirà immediatamente assistenza militare e di altro tipo con tutti i mezzi disponibili. Il ministro degli Esteri russo ha invitato quello nordcoreano Choi Song Hui a discutere su come promuovere l'attuazione di questi accordi.
"Apprezzo molto l’opportunità di oggi di parlare francamente, in modo cameratesco di tutte queste questioni e di sviluppare una comprensione comune di come i nostri ministeri degli Esteri promuoveranno l'attuazione degli accordi conclusi nell'Accordo di partenariato strategico globale", ha detto Lavrov a margine dell'incontro con Choi Song Hui
La posizione di Pechino
Pechino non si dice preoccupata per i legami sempre più stretti tra Pyongyang e Mosca. Dopo che gli Stati Uniti hanno avvertito della presenza di 8.000 soldati nordcoreani nella regione di Kursk, al confine tra Russia e Ucraina, la portavoce del ministero degli esteri di Pechino, Lin Jian, ha sottolineato che "Corea del Nord e Russia sono due stati sovrani indipendenti, il modo in cui sviluppano le relazioni bilaterali è una questione loro".