AGI - A sette giorni dall'Election Day, in programma il 5 novembre, hanno votato 50,5 milioni di americani, tra voto per posta e voto anticipato in persona. Lo riporta la Cnn.
Per la chiusura Harris in un discorso di circa mezz'ora ha segnato la differenza tra la sua visione di America e quella di Donald Trump, tra il "Paese della libertà" e "quello del caos", tra quello che unisce e quello che divide. La vicepresidente degli Stati Uniti e candidata Democratica ha chiuso la sua campagna elettorale, a meno di una settimana dall'Election Day, con un intervento veloce all'Ellisse, il parco a sud della Casa Bianca. La vicepresidente degli Stati Uniti non ha parlato in particolare ai suoi elettori, ma a quelli che ancora non hanno deciso, tra indipendenti e Repubblicani anti trumpiani.
"È tempo di voltare la pagina - ha detto - dal dramma e la paura". Non a caso è stato scelto l'Ellisse come punto di chiusura, perchè è qui che il 6 gennaio 2021 Trump fece un cupo discorso intriso di violenza, che alimento' la rabbia dei sostenitori, che poi sarebbero andati a Capitol per prendere d'assalto il Congresso. Harris ha voluto lanciare un messaggio di rassicurazione verso i moderati, ribadito che si occuperà di tagliare le tasse alla classe media, ma anche di affrontare - da ex procuratrice della California - la piaga della criminalità organizzata e dell'immigrazione incontrollata.
"Quando sarò presidente - ha promesso - rimuoveremo tutti coloro che saranno entrati qui in modo illegale, ma allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli che siamo un Paese di immigrati". Harris ha ribadito che è tempo di "avere una nuova generazione di leader che guidino l'America", ha ricordato che difenderà lo stato sociale, le pensioni, la politica per calmierare i prezzi dei farmaci e dei beni alimentari. Dal discorso è mancata la politica estera, forse il vero punto debole - assieme a quello dell'immigrazione - della sua campagna.
La base le chiedeva un messaggio forte sul Medio Oriente, l'annuncio che Harris, una volta eletta, avrebbe imposto la pace a Gaza e fermato il massacro di donne e bambini da parte di Israele, ma non è successo niente di tutto questo. La vicepresidente non ha parlato affatto della situazione, probabilmente perdendo l'ultima possibilità di conquistare il voto degli arabo americani in Michigan, uno degli Stati in bilico dove questa comunità è molto popolosa. Alla fine è uscito un discorso da leader, che ha mostrato una visione di Paese, ma priva di quel colpo a sorpresa in grado di ribaltare anche i sondaggi che nelle ultime tre settimane danno Trump in continua risalita. Se a livello nazionale la vicepresidente è avanti, seppure con meno di due punti, dopo aver avuto un vantaggio di cinque punti ad agosto, negli Stati chiave la situazione è molto a rischio: i due candidati sono testa a testa in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin e Nevada, mentre Trump è leggermente avanti in North Carolina, Arizona e Georgia.
Nel pomeriggio l'ex stratega del tycoon, Steve Bannon, si è mostrato molto ottimista, al punto da essere convinto che Trump vincerà come nel 2016. Sull'immigrazione il tycoon continua a picchiare duro e a fare proposte che colpiscono l'immaginazione della gente, come quella presentata in mattinata dal suo resort di Mar-a-Lago di sequestrare gli asset delle gang criminali e dei cartelli di droga, per farne fondi di compensazione per le famiglie delle vittime di crimini. Da questo punto di vista Harris ha continuato a restare su un piano più generale, privilegiando il racconto della sua visione ad atti concreti da prendere nei primi giorni del suo mandato, in caso di vittoria. Un atto, pero', Harris ha ribadito che onorerà come prima cosa: firmerà la reintroduzione del diritto federale all'interruzione di gravidanza, un tema che ha coinvolto milioni di donne americane. Ma per vincere servirà conquistare anche parte dell'altra metà del Paese.