AGI - È entrata nel vivo sin dal primo giorno la visita in Marocco del presidente francese Emmanuel Macron, con la firma di ben 22 accordi e di una più generica dichiarazione di "Partenariato eccezionale rafforzato". L'obiettivo è consentire ai due Paesi di rispondere meglio a tutte le sfide che entrambi si trovano ad affrontare, mobilitando tutti i settori rilevanti della cooperazione bilaterale, regionale e internazionale.
Re Mohammed VI - apparso affaticato e molto dimagrito - ha ricevuto il capo di Stato francese sin dall'atterraggio dell'aereo presidenziale a Rabat. Il partenariato rafforzato è stato firmato da Macron e dal sovrano presso l'ufficio reale di Rabat. I firmatari hanno riaffermato che l'azione congiunta dei loro Paesi a livello bilaterale e internazionale resterà fondata sui seguenti principi: il rapporto Stato-Stato, l'uguaglianza sovrana, la non ingerenza negli affari interni e nelle scelte di politica estera, il rispetto per gli impegni assunti, la fiducia, la trasparenza, la consultazione tempestiva, la solidarietà e la responsabilità di ciascuno verso l'altro.
Parigi e Rabat hanno inoltre sottolineato il loro impegno nel garantire che il partenariato persegua tre obiettivi principali: il consolidamento della convergenza politica e strategica tra Marocco e Francia per consentire loro di affrontare meglio insieme le grandi sfide del nostro tempo; l'approfondimento e la modernizzazione del loro partenariato a vantaggio dello sviluppo economico, della coesione sociale e della loro autonomia strategica; il continuo rafforzamento della loro cooperazione privilegiata in termini di legami umani, capitale umano e cultura, ancorata a una Francofonia di valori e di apertura. Tra i numerosi accordi bilaterali firmati in seguito, di cui diversi inerenti al settore ferroviario.
Ad esempio, un protocollo d'Intesa relativo alla fornitura di treni ad alta velocità e dei loro elementi di supporto, firmato dal Direttore generale dell'Ufficio nazionale delle ferrovie (Oncf), Mohamed Rabie Khlie, e dal Direttore generale di Alstom, Henri Poupart-Lafarge, e una dichiarazione di intenti relativa alla cooperazione finanziaria nel settore ferroviario. Segue un contratto di fornitura di apparecchiature tra l'Oncf e la società Vossloh Cogifer. Il quinto accordo è un memorandum d'intesa tra il governo del Regno del Marocco e la società Safran per la creazione di un sito di manutenzione e riparazione di motori aeronautici.
La Società prevede di realizzare un progetto di investimento consistente nella costruzione e nell'attrezzatura di un'officina di manutenzione e riparazione di motori aeronautici (Mro) con un investimento di quasi 130 milioni di euro. Il sesto accordo, che riguarda l'attuazione dell'offerta del Marocco per lo sviluppo del settore dell'idrogeno verde: lo Stato si impegna a mobilitare il terreno e a riservarlo esclusivamente all'investitore secondo le condizioni previste nel contratto stesso, in cambio del rispetto da parte dell'investitore di tutti gli obblighi a suo carico. La società francese coinvolta è la Total Eren.
Il settimo accordo, firmato dal Ministro della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile, Leila Benali, e dal Ministro delegato presso il Ministro della transizione ecologica, dell'Energia, del clima e della prevenzione dei rischi, responsabile per l'Energia, Olga Givernet, si concentra su un Partenariato strategico sulla cooperazione energetica, la connettività e la transizione energetica.
L'ottavo accordo riguarda un Memorandum d'Intesa sulla creazione di un acceleratore di investimenti Marocco-Francia, firmato Fondo d'Investimento Mohammed VI, dall'Agenzia francese per lo sviluppo, dalla Stoa e da Bpifrance. Il nono accordo, relativo a una Dichiarazione di Intenti relativa al rafforzamento della cooperazione in materia di protezione civile, è stato firmato dal ministro degli Interni, Abdelouafi Laftit, e dal ministro degli Interni francese, Bruno Retailleau.
Sull'immigrazione
Nel suo intervento al Parlamento marocchino a Rabat, il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto una "cooperazione naturale e fluida" con il Marocco contro "l'immigrazione illegale" e "ancora più risultati" in questo campo. Nel suo discorso Macron ha ritenuto che il "partenariato eccezionale rafforzato", concluso il giorno prima con il re Mohammed VI, dovrebbe concentrarsi in particolare "sull'immigrazione clandestina e sulla necessità di una cooperazione naturale e fluida in materia consolare". Un riferimento alla volontà della Francia che il Marocco riprenda più facilmente i suoi cittadini che le autorità francesi decidono di espellere.
"Abbiamo bisogno di ancora più risultati", ha aggiunto Macron, riferendosi anche alla "lotta contro il traffico di tutti i tipi", in particolare contro "il traffico di droga", che "richiede una cooperazione giudiziaria molto stretta e ancora più rapida".
Il tema dell'immigrazione è da sempre motivo di scontro tra Parigi e Rabat, mentre il nuovo ministro degli Interni francese, Bruno Retailleau, vuole condizionare la politica dei visti al rilascio dei lasciapassare consolari, documenti essenziali per rimandare gli stranieri nel Paese d'origine.
Oltre all'immigrazione clandestina, Macron ha anche chiesto al Parlamento marocchino di "gettare le basi per un movimento naturale di persone per fare molto di più insieme in termini di ricerca di progetti, creazione di imprese, cosi' come le tante opportunità offerte a questi talenti".
"In questi mesi sono state adottate iniziative positive, in particolare per gli ex studenti marocchini dell'istruzione superiore francese, che ora ricevono automaticamente un visto di circolazione. Dobbiamo continuare a puntare più in alto e desidero realizzare un esperimento pilota in questo campo questa zona con il Marocco", ha aggiunto il presidente francese, senza fornire ulteriori dettagli.
Sulla collaborazione bilaterale in materia di immigrazione, si terrà nel pomeriggio una conferenza stampa tra Retailleau e il suo omologo marocchino Abdelouafi Laftit. All'inizio di ottobre, il ministro ha citato l'esempio del Marocco: nel 2023, sono stati concessi 238.000 visti a cittadini marocchini per soli 1.680 rimpatri forzati nel loro territorio. Secondo lui, il Regno è "un Paese sicuro" dove possiamo "accelerare un certo numero di riammissioni". Questa volontà si inserisce in un contesto politico delicato in Francia, dove recentemente è riemerso il dibattito sulla questione delle espulsioni dei migranti irregolari, dopo l'arresto, a settembre, di un marocchino sospettato dell'omicidio di uno studente e che aveva l'obbligo di lasciare il territorio.