AGI - Jamshid Sharmahd, iraniano con passaporto tedesco, è stato giustiziato in una prigione del regime degli ayatollah. Giornalista, residente negli Stati Uniti, aveva creato un sito web, Tondar, a nome dell'Assemblea del Regno dell'Iran (nota anche come Anjoman-e Padeshahi-ye Iran), un collettivo di opposizione che sostiene la fine della Repubblica islamica dell'Iran, anche attraverso la violenza. Nelle sue trasmissioni radiofoniche e video rivendicava a nome dell'organizzazione la responsabilità di attentati in Iran anche se aveva ripetutamente negato il suo personale coinvolgimento negli atti violenti attribuitigli dalle autorità di Teheran.
Il 1 agosto 2020 l'intelligence iraniana aveva annunciato il suo arresto con l'accusa di essere "fortemente supportato dai servizi segreti degli Stati Uniti e di Israele". Secondo Amnesty International, Sharmahd era stato catturato mentre era negli Emirati Arabi Uniti e "condotto" in Iran attraverso "operazioni complesse" dei servizi iraniani. Detenuto nella famigerata prigione di Evin, a Teheran, era stato poi spostato in una località segreta. Durante una telefonata del 23 marzo 2021 diceva ai familiari di aver perso quasi 20 kg e che gli erano rimasti solo due denti.
"Dopo il processo giudiziario e l'approvazione finale della decisione da parte della Corte Suprema, è stata eseguita la condanna a morte di Jamshid Sharmahd", ha detto Mizan Online. Jamshid Sharmahd, 60 anni, è stato condannato a morte dalla Corte Suprema per il suo presunto coinvolgimento in un attacco a una moschea nel 2008, che provocò 14 morti. Il sito web Mizan lo ha descritto come un "terrorista criminale" che "è stato ospitato da paesi americani ed europei e ha operato sotto la complessa protezione dei loro servizi di intelligence". L'Iran non riconosce la doppia nazionalità.