AGI - Diventa sempre più evidente la portata dei brogli con cui sabato scorso il partito al potere in Georgia ha ottenuto la maggioranza, pari a circa il 54% dei voti. Le prove sono a volte involontariamente divertenti come nel caso del deputato azero Arzu Naghiyev, che è stato filmato in un seggio elettorale mentre descriveva le elezioni come "abbastanza tranquille" e "senza alcuna violazione" mentre alle sue si vede un elettore che scatta una foto della scheda elettorale con lo smartphone per dimostrare di aver votato per il partito "giusto".
Più tardi proprio Ilham Aliyev, l'uomo forte dell'Azerbaigian, un Paese in cui le elezioni democratiche sono un miraggio, è stato uno dei primi a congratularsi con il partito 'Sogno Georgiano'. Numerosi osservatori elettorali indipendenti, riporta la Faz, hanno riferito sia di compravendite di voti che di intimidazioni. I loro sospetti sono alimentati dalla discrepanza tra il risultato ufficiale e la popolarità, da tempo in declino, del partito al governo.
Ci sono state anche molte segnalazioni sull'uso dei dati personali da parte di elettori che non avrebbero espresso il proprio voto. Da lunedì pomeriggio negli ambienti delle organizzazioni non governative a Tbilisi circola un elenco di comunità con numeri impossibili che possono essere spiegati solo attraverso i brogli.
A Tsageri, nella Georgia occidentale, ad esempio, avrebbe votato il 133% degli aventi diritto, nella vicina Lentechi il 129,5% e a Kazbegi, nel nord della Georgia, al confine con la Russia, il 128,6%. Il Sogno Georgiano ha quindi ottenuto risultati presunti rispettivamente dell'84, 97 e 93% rispetto alla popolazione effettivamente avente diritto di voto.
A Ninotsminda, abitata principalmente dalla minoranza armena, il Sogno Georgiano ha avuto addirittura più voti degli aventi diritto. Ufficialmente, il Sogno Georgiano ha ottenuto risultati altrettanto fenomenali anche in altre aree di minoranze etniche. Alcune ONG sono minacciate direttamente dal governo, anche attraverso la legge sull'"influenza straniera". Si tratta di una legge in stile russo sugli "agenti stranieri" che il regime del presidente Vladimir Putin ha utilizzato per reprimere la società civile. Per tutta domenica le forze dell'opposizione sono apparse in gran parte paralizzate dallo shock per i risultati ufficiali, mentre a Mosca si festeggiava il risultato ufficiale.