AGI - L'attore Samuel L.Jackson e il regista Spike Lee, entrambi laureati al Morehouse College di Atlanta, hanno parlato a una folla di migliaia di persone radunate allo stadio di Clarkson, Georgia, in attesa dell'arrivo di Kamala Harris e Barack Obama, per la prima volta insieme sullo stesso palco in questa campagna elettorale. Ma è stata anche la notte di Bruce Springsteen, che a inizio ottobre ha annunciato il suo sostegno ufficiale alla candidata Democratica e che ad Atlanta ha accusato Trump di voler diventare un "tiranno americano".
"Non aspettate il giorno del voto (il 5 novembre, ndr) - ha esordito Jackson, nel suo intervento di apertura dell'evento elettorale - per manifestare il vostro sostegno. Presentarsi ai seggi in anticipo è l'unico modo". Il voto anticipato in Georgia ha raggiunto livelli record in questi giorni, con circa il 30 per cento del corpo elettorale che ha già votato. Spike Lee ha ricordato di essere nato ad Atlanta. "Il potere - ha detto - è conoscere il tuo passato. La Georgia è dove il futuro viene scritto. La Georgia si farà vedere, non importa quali trucchi e quali sotterfugi adotteranno". Riferendosi a Donald Trump come "agent orange", dal colore dei suoi capelli, Lee ha invitato a votare e a dare il sostegno a Harris. Poi sul palco è salito la grande star della serata, l'ospite più atteso: The Boss.
Springsteen, accompagnato dalla sua chitarra, ha cominciato l'esibizione cantando due brani simbolo del momento, "The promised land" e poi "Land of hope and dreams". Ma il gigante della musica americana ha galvanizzato la platea anche per le sue parole: "Io ho deciso di votare Kamala Harris - ha detto tra l'ovazione dei sostenitori - perché lei corre per diventare presidente, mentre Trump corre per diventare un tiranno americano". A seguire la struggente "Dancing in the dark".
La Georgia è uno dei sette Stati in bilico, decisivi per la vittoria alle presidenziali. I sondaggi danno Harris e Trump impegnati in un testa a testa. La grande partecipazione al voto anticipato ha dato nuove speranze ai democratici, considerati quelli che più amano questo tipo di opzione. Ma il duello resta in grande equilibrio. Dopo che martedì a Detroit, Michigan, il rapper e producer Eminem aveva presentato Barack Obama, adesso un altro big della musica prova a dare il suo sostegno a una campagna elettorale che sta mandando in paranoia milioni di americani, storditi ogni giorno da sondaggi che disegnano scenari diversi tra loro, a volte opposti. A dodici giorni dall'Election Day, tutto può essere utile. Anche un assolo di chitarra.